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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Famiglia

Testi & foto di Mikychica.lettrice 

Sono qui a raccontarvi il mio primo approccio non proprio positivo con questo libro di Ginzburg.

Sicuramente riproverò con qualche altro romanzo.

Fin dalle prime pagine ci rendiamo conto di essere immersi in una narrazione frammentaria, che si compone di accadimenti modesti e discontinui, registrati quasi con oggettività, e di dettagli sparsi e apparentemente banali, un cappotto malridotto, una frangia nera, una brutta lampada di carta.

Piccoli gesti e particolari che compongono un vissuto grigio e desolante. Non c’è nemmeno una dimensione psicologica: i rapporti umani non sono analizzati, i sentimenti non vengono confessati e non ci sono le motivazioni di certe azioni.

Tutta la storia si fonda sulle relazioni tra i personaggi che però sembrano interagire mossi non dalla propria forza di volontà ma da qualcosa di simile all’inerzia, che li trascina in un mondo di ipocrisia, rassegnazione e infelicità.

Purtroppo questo modo di raccontare non mi ha trascinato nella lettura e non mi è piaciuta particolarmente.

Che la scrittrice abbia usato questo metodo per avvalorare con più forza il disgregarsi della famiglia borghese italiana, lo sfacelo dei legami tradizionali e l’incapacità di affrontare i sentimenti che caratterizza un’intera generazione ?

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 15 dicembre 2018 da in L'angolo dei libri - le nostre recensioni con tag , , , , .
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