Testi & foto di Mikychica.lettrice
Pietro è a casa, seduto a tavola mentre sua moglie Ines sistema la cucina: le solite cose. La tv è accesa sul solito programma. Eppure la serata è insolita: Pietro muore d’infarto, lì, a tavola, mentre Ines fa le solite cose.
Vittorio è il loro primogenito, mai una piega: studente modello, cultore del nuoto, vincitore di premi e medaglie. Uno che s’impegna, che riesce, uno che non ha mai dato alla madre un solo motivo per stare in pensiero.
Riccarda è la loro secondogenita, testarda già da bambina, quasi inavvicinabile. Una preoccupazione appresso all’altra per Ines, con quel caratteraccio così poco cedevole. Fino alla decisione di andare a studiare per fare l’attrice, ma che lavoro è? Ovvio che sua madre debba stare in pensiero.
Tragedia in quattro atti. Non c’è alcuna salvezza possibile qui perché anche chi sopravvive dovrà portare per la vita il peso di un dolore immane.
Una famiglia normale, padre madre figlio figlia, una vita normale. Qualche problema economico a un certo punto, però tutto normale.
Del resto tragedia è anche questo, coprire un dolore profondo e schiacciante. Tragedia è scoprire che quell’altro per il quale ci si annulla è una madre o un figlio, che invece con la forza del suo amore e della sua fiducia dovrebbe darci le ali.
Un romanzo crudo che ci fa sprofondare nella stessa spirale, nell’abisso in cui si trovano i protagonisti.
Una lettura dolorosa, ma illuminante sul talento e il coraggio e sul loro difficile rapporto con la famiglia, luogo capace di bene luminoso ma anche di oscuro male