L’amicizia presuppone la sua revoca, non è né un diritto né un dovere. È un fenomeno singolare: una società basa il legame tra i suoi componenti su una vicinanza dovuta a qualcosa di impalpabile, come la simpatia e l’affinità. Essa è la condizione del legame libero tra cittadini.
La vita nell’amicizia è adesso, lo sentiamo senza dovercelo dire. Vale la pena di vivere per questo, perché c’è l’amicizia.
Essa libera la quotidianità dal suo carattere di «compito» e l’esistenza da qualunque sospetto di «doversela meritare».
È la ricompensa dei viventi, che non bisogna aspettare anni o in un’altra vita. In questo senso, proprio oggi, per noi contemporanei è una delle più assurde e anacronistiche manifestazioni.
Ricorda a una società che ne ha completamente smarrito il senso che non c’è un oltre, ma che esso è già qui, che c’è qualcosa che non corrisponde a nessuno scambio equo, è uno spazio della «ingiusta gratuità», ingiusta perché questa non è offerta a tutti.
Nota di Paoblog: Il libro perfetto per uno che sul Blog ha creato la Categoria “Amore, Amicizia e Sentimenti” 😉
Fra i tanti post in merito, ne segnalo uno, dal quale estrapolo un passaggio:
Mesi fa la scomparsa prematura de Il Metallaro mi ha devastato emotivamente e va da sè che ho condiviso questa mia profonda tristezza con gli Amici; a ben vedere ho diffuso tristezza e negatività a piene mani, eppure ho ricevuto supporto, vicinanza, parole, abbracci virtuali e non.
Ho ricevuto Amicizia, Affetto ed Attenzione.
Non esiste l’Amicizia di Facebook, quella di Twitter o quella della vita quotidiana.
Esistono le conoscenze, (siano esse virtuali o reali) più o meno amichevoli ed esistono gli Amici.
E gli Amici non li cancelli con un click, perchè stanno vivendo un momento triste.
La vita non è quella dei reality o quella che vedi in CSI, dove si inzia sempre con persone allegre, belle ragazze, bei ragazzi, sempre in festa.
La vita è anche allegria, talvolta, ma il quotidiano ci riserva problemi, più o meno gravi, ho amici/che che hanno perso il lavoro, c’è quello che fa fatica a fare la spesa, quella che è in difficoltà con l’affitto da pagare, chi vive male la sua solitudine sentimentale, chi vive lutti e malattie.
Sono persone negative?
No, sono Amici in difficoltà e come ben sanno, io ci sono, che sia per condividere una risata, così come delle lacrime. E so che loro ci sono, a prescindere dal mio umore.
Integro infine con quanto scritto da Joan Morris DiMicco, e Barbara Pachter:
Che cos’è in fin dei conti l’amicizia se non la condivisione di interessi, esperienze e amicizie?
Il problema nasce quando si bruciano le tappe e si chiede l’amicizia prima che nasca questo desiderio di condivisione.
A questo punto comunque se la richiesta d’amicizia avviene prima che ci sia un’affinità e una conoscenza consolidata si può tranquillamente ignorare l’invito o lasciarlo in sospeso.
Il galateo lo consente e il rifiutato potrà sempre pensare che la propria proposta sia sfuggita all’interessato (per chi vuole raccontarsela).