di M.C. Beaton
Astoria – Pagg. 226 – € 16,00
Trama: Delusa per l’ennesima volta da James, che a Cipro l’ha addirittura abbandonata, Agatha torna a casa depressa e apatica. Cerca di non pensarci andando alle riunioni delle Dame di Carsely, ma anche lì non trova nulla che la interessi.
Si dibatte, infatti, la proposta che l’Azienda Idrica appena fondata ha fatto al consiglio comunale di Ancombe, un villaggio vicino, e cioè di prelevare giornalmente l’acqua della sorgente del posto, dietro pagamento.
Nel consiglio c’è chi pensa sia bene accettare, perché il comune incassa dei soldi e non si fa del male a nessuno, e chi sostiene che sarebbe un’indegna commercializzazione di un bene comune…
Agatha trova tutto ciò piuttosto noioso, fino a quando, su richiesta del suo vecchio amico/ nemico Roy Silver, decide di curare il lancio dell’Azienda Idrica.
E appena presa la decisione, s’imbatterà nel corpo del presidente del consiglio proprio sotto la fonte. Era piuttosto anziano, il morto: è scivolato e ha battuto la testa o qualcuno lo ha ucciso?
Agatha si mette a investigare: riuscirà a ottenere l’aiuto di James e a riprendere in tal modo la loro relazione?
Letto da: Paolo
Opinione personale: Questo è il settimo libro della serie che leggo e come punto fermo resta il consiglio di iniziare dal primo per prendere le misure al meglio ad Agatha, tanto più considerando che in questo libro è irritante oltre il solito.
Sulla storia niente da dire, continuano gli omicidi nei villaggi della zona che, così come succede con la serie dell’Ispettore Barnaby, ti fanno pensare che non sia il caso di ritirarsi in campagna per stare tranquillo. 😉
L’indagine di per sè regge, ma è Agatha che esagera con i suoi comportamenti che oscillano dalla rude donna d’affari, con un pelo “alto così” sullo stomaco, scorretta e maleducata, salvo pentirsi (spesso) ed i comportamente da adolescente innamorata di James che peraltro è una persona gradevole solo all’apparenza, che alla fine si dimostra vigliacco e meschino nei confronti di Agatha, ed al pari suo è estremamente volubile e farfallone.
In genere a questi libri assegnavo un Buono per il divertimento della lettura, ma questa volta mi fermo al Medio; a tratti Agatha mi ha fatto arrabbiare, più che divertire.