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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Il sogno della macchina da cucire

La nonna di Bianca Pitzorno le ha insegnato a ricamare, e vedendola ostinata a non usare il ditale pronosticava che sarebbe diventata una donna ingovernabile.

Quella nipotina talentuosa e indisciplinata ha continuato così, cucendo le sue storie con anticonformismo e senza paura di pungersi con le spine dell’animo umano.

In questo romanzo la voce narrante è quella di una sartina a giornata nata a fine Ottocento in una cittadina di provincia non lontano dal mare.

Rimasta presto sola al mondo, difende quel lavoro che la rende autonoma anche se implica ore e ore spese nelle case dei signori, cavandosi gli occhi per cucire abiti e biancheria.

Vorrebbe poter leggere i giornaletti di cui ogni tanto le fanno dono le sue padrone; ma imparerà presto che proprio nelle stanze del cucito giungono gli echi dei segreti inconfessabili di ogni famiglia, più appassionanti di ogni feuilleton.

La sartina ascolta in disparte: ma un giorno la scatola di latta dove chiude i desideri più preziosi si aprirà, e anche a lei toccherà vivere da protagonista.

La marchesina Ester, che veste come un maschio e ama andare a cavallo; miss Lily Rose, l’americana, e il suo corsetto imbottito di banconote; le sorelle Provera e lo scandalo dei tessuti francesi; donna Licinia Delsorbo, centenaria decisa a tutto pur di difendere la purezza del suo sangue; Assuntina, la bimba selvatica…

Una galleria di donne di ogni età, raccontate in tutte le loro sfaccettature.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 31 luglio 2019 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , .
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