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Un libro: La figlia oscura

“…che stupidaggine pensare di potersi raccontare ai figli prima che compiano almeno cinquant’anni. Pretendere di essere vista da loro come una una persona e non come una funzone. Dire: io sono la vostra storia , voi cominciate da me , ascoltatemi, potrebbe servirvi…”

Testi & foto di Mikychica.lettrice

Particolare, Elena Ferrante ci ha abituati a una narrazione sofferta, difficile, spesso ostica.

Non vuole parlare dei buoni sentimenti, delle frivole preoccupazioni del vivere quotidiano. E quando parla delle vite dei suoi protagonisti, lo fa sempre con l’intenzione di scoprire che cosa si nasconde dietro l’apparenza.

Le donne di Elena Ferrante sono forti, dure, poco materne. Dietro di loro, aleggia il fantasma di una madre diversa, contrastante con l’ideale di dolcezza che normalmente associamo a questa parola. Leda, la protagonista di questo romanzo, non è da meno.

Madre e moglie, improvvisamente si scopre disinteressata al destino dei suoi figli, non avverte quel senso di angoscia che normalmente assale il genitore all’atto di separazione dalla prole. Predilige se stessa, la carriera, la tranquillità.

Sarà proprio l’incontro con una giovane mamma e la piccola figlia in villeggiatura sulla medesima spiaggia a risvegliare in Leda quella visione di spirito e carne, ideali e necessità fisiche che spingeranno la protagonista a un gesto sciocco, eppure risolutivo.

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Questa voce è stata pubblicata il 30 novembre 2019 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .
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