Testi & foto di Mikychica.lettrice
Ida Laquidara, la donna sulla nave che va via dall’isola, via dalla casa con il tetto che crolla, via dalla madre e dall’assenza del padre, via dalla disperazione e dalla morte di un ragazzo di vent’anni.
Non è la stessa Ida Laquidara, sposata con Pietro, che in quella metà di settembre è partita da Roma per tornare sull’isola, alla casa natia, per tonare da quei fantasmi che mai l’hanno abbandonata sorprendendola e colpendola nei momenti più inaspettati in un perpetrare ininterrotto di flusso temporale.
Perché tutto ha avuto inizio con la scomparsa del padre, un uomo che non ha lasciato la propria moglie e la propria figlia a causa di una morte prematura bensì un uomo che semplicemente è sparito nel nulla, se ne è andato a causa di una patologia, la depressione, più grande di lui.
Che sia stata colpa mia? Avrei potuto fare di più? Che non abbia saputo sorvegliarlo e dedicargli le cure e le attenzioni necessarie?
Queste sono soltanto alcune delle domande che accompagnano la protagonista sin dall’adolescenza. Perché Ida era la custode, in assenza e presenza della madre, di quel genitore addolorato che aveva lasciato il lavoro e che, per non sentire il rumore della sua infelicità, leggeva.
Una voragine incolmabile quella dell’eroina che all’inizio dell’opera è chiamata dalla madre a far ritorno in quella casa fatta di ricordi, assenze, silenzi.
Ed è proprio da qui che ha inizio il cambiamento perché circostanze e situazioni eterogenee la porteranno a confrontarsi con un dolore diverso, un dolore che non le appartiene, che è di altri e a maturare ed elaborare anche il proprio in un modo completamente nuovo.
Sarà un percorso di rinascita affettiva, umana, personale e collettiva che ripartirà da quelle lancette che si sono fermate sulle sei e sedici di quel giorno, in cui quella porta si è chiusa inesorabilmente dietro le spalle del babbo e che la porteranno a riprendere in mano la sua vita e a costruirla. Il tutto tra profumo di ricordi, incertezze, paure, fragilità, sofferenza, rinnovata compassione, crescita, maturità.
Per ritrovarsi, per conoscersi davvero.