di Emilio Martini
Corbaccio – Pagg. 216 – € 14,90 > lo vendo ad € 6,00 + spese spedizione
Trama: Una vacanza è quella che ci vuole per il commissario Berté, stressato dall’ultimo caso. Perché dunque non andare in montagna, con ‘la’ Marzia?
E così il commissario si ritrova in un paese della Val Camonica dove pensa di poter riposare, lasciandosi alle spalle il male. Ma non c’è pace per Berté. Anche tra i monti verrà coinvolto in un caso risalente ai primi anni Settanta.
La tragica fine di Celeste Re, una ragazza precipitata in un burrone durante una gita con sette amici, dà l’avvio a una serie di congetture: sarà caduta accidentalmente o qualcuno l’ha spinta nel baratro? E, in questo caso, perché?
Le ipotesi sono tante, il silenzio delle persone coinvolte, unito al mormorio maldicente del paese non facilitano il compito di chi cerca di sbrogliare la matassa dei sospetti e dei moventi. Berté, pur non avendo un incarico ufficiale e senza avvalersi di mezzi tecnici, ma solo grazie alla sua logica e alla sua capacità di “far parlare la gente”, riuscirà a ricostruire la vicenda…
Tuttavia rimestare nel fango del passato è spesso pericoloso e non sempre la verità che viene a galla è quella desiderata da chi l’ha cercata.
Letto da: Paolo
Opinione personale: Le indagini del Commissario Bertè le ho lette tutte ed una ragione ci sarà. 😉
Nuova trasferta per il commissario, dopo quella caprese, ed eccolo in vacanza (incredibile) e per di più in montagna che a quanto pare non apprezza e quindi stavolta siamo in disaccordo, anche se a tratti mi pare che riesca ad apprezzare la trasferta.
Vero è che essere in vacanza per poi ritrovarsi tirato per … la coda 😀 in un’indagine non ufficiale per delle morti avvenute negli anni ’70, è cosa che farebbe andare la luna di traverso anche a gente più tranquilla del commissario.
Una lettura piacevole, al solito, anche se l’indagine in sè non mi ha convinto appieno, ma è un dettaglio che non mi impedisce di assegnare un Buono nella mia classifica personale.
Note a margine…
Quello che mi stupisce ogni volta di Bertè è il fatto che in ogni libro trovi in lui dettagli precisi che mi appartengono; che sia la citazione di un libro letto, peraltro di nicchia oppure l’uso di un certo farmaco per l’emicrania…
2. A furia di leggere le mie opinioni (tu chiamale recensioni, se ti va) in merito, l’amica @ro_0225 si e’ appassionata alle indagini del Comm. Berte’ di @michela_martignoni e mi ha detto che trova che abbiamo molto in comune (esclusa la “coda di cavallo”), ma questa volta ho trovato un “passaggio” che mostra una nostra differenza sostanziale tra il modo di pensare di Berte’ ed il mio ovvero l’amicizia fra uomini e donne. 🤔
Per quel che mi riguarda fa testo quanto mi ha scritto tempo fa @luisa_zeta:
“non sai quanto io sia serena quando penso a te. Vero che l’amicizia tra uomo e donna e’ particolare, molto particolare. Un sentimento che pochi uomini provano…Ma tu, non c’è di bisogno di dirlo sei speciale: sempre pronto a dare un aiuto, le parole giuste al momento giusto, se c’è da “sgridare” non ti tiri indietro, che altro dire? Sono stata fortunata ad averti incontrato. Grazie di esistere!”
3. Uno ad uno e palla al centro ed ecco che con questo passaggio riportiamo in vantaggio la mia compatibilità con Bertè che, come me, scrive racconti; lui li ha mostrati ad una volta ad un Editore ricevendo un due di picche, io li faccio leggere solo agli amici ed a poche persone selezionate che finora hanno sempre apprezzato.
Il pensiero della Dottoressa Marlena ha colto nel segno, perchè è proprio vero che osservo tutto e mi ritrovo spesso a fantasticare e costruire trame agganciandomi a quello che vedo…