Karin Slaughter
HarperCollins – Pagg. 450 – € 19,00
Trama: Atlanta, Georgia. Una giovane donna viene aggredita e lasciata in fin di vita. La polizia brancola nel buio. Ma il destino vuole che Will Trent si trovi a interrogare un prigioniero nel carcere statale.
L’uomo dice di vedere delle analogie con il crimine di cui è stato accusato otto anni prima. Il carcerato ha sempre dichiarato la propria innocenza e ora è sicuro di avere le prove. Il killer è ancora libero.
Will capisce che deve risolvere questo primo caso se vuole scoprire la verità. Ma è molto dura, sono passati tanti anni, i ricordi sono sbiaditi, i testimoni spariti, le prove sfumate.
Ad aiutarlo nella caccia al serial killer c’è Sara Linton. Ma quando passato e presente finalmente si incontrano…
Letto da: Paolo
Opinione personale: Della stessa autrice ho già letto 4 libri con gradimento che oscilla dallo Scarso al Buono e questo si ferma al Medio.
La storia è una continua alternanza fra la vecchia indagine che aveva condotto Nesbitt alla condanna e quella condotta ora dal GBI, ma su tutto aleggia il confronto fra lo scomparso Capo Tolliver e Will Trent che in comune hanno Sara Linton, vedova del primo e fidanzata del secondo.
Ed infatti il titolo del libro è correlato alla vicenda matrimoniale di Sara e non all’indagine.
Allo stato dei fatti, quindi, il lettore deve seguire tre vicende in contemporanea; ad onor del vero la separazione temporale è chiara e non ci si confonde, però complessivamente la storia vince, ma non convince.
Ho intuito chi fosse il colpevole nel momento stesso in cui ci sono arrivati gli investigatori, tuttavia la soluzione finale mi sembra troppo facile; 450 pagine, secondo me troppe, per arrivare a ….
… non faccio anticipazioni, di certo non svelo il finale. 😉
19 € secondo me non li vale, meglio aspettare qualche sconto degno di nota oppure acquistarlo usato su CVL.
Nota a margine: Ho trovato eccessivo il raccontare nei dettagli alcune situazioni, vedi quello che ha fatto Sara dopo i famosi “30 minuti” (se leggi il libro, capisci) ed altri momenti in sala autopsie.
Credo di possa raccontare senza scivolare nell’eccessivamente macabro, sino a diventare fastidioso.
Mi ricorda certi episodi delle ultime serie TV di CSI o Criminal Minds dove sembra che se non scorre sangue a fiumi e le urla delle vittime non ti entrano in testa, non si possa trasmettere allo spettatore (come al lettore) la tensione del momento.
Così come accade con il sesso eccessivamente dettagliato in altri libri, resto dell’idea che si possa racontare il momento senza scioccare (o disturbare) il lettore.