di Alice Basso
Garzanti – Pagg. 348 – € 9,90
Trama: Un gesto, una parola, un’espressione del viso. A Vani bastano piccoli particolari per capire una persona, per comprenderne il modo di pensare.
Una dote speciale di cui farebbe volentieri a meno. Perché Vani sta bene solo con se stessa, tenendo gli altri alla larga. Ama solo i suoi libri, la sua musica e i suoi vestiti inesorabilmente neri. Eppure, questa innata empatia è essenziale per il suo lavoro: Vani è una ghostwriter di una famosa casa editrice. Un mestiere che la costringe a rimanere nell’ombra.
Scrive libri al posto di altri autori, imitando alla perfezione il loro stile. Questa volta deve creare un ricettario dalle memorie di un’anziana cuoca. Un’impresa quasi impossibile, perché Vani non ha mai preso una padella in mano.
C’è una sola persona che può aiutarla: il commissario Berganza, una vecchia conoscenza con la passione per la cucina. Lui sa che Vani parla solo la lingua dei libri.
Quella di Simenon, di Vàzquez Montalban, di Rex Stout e dei loro protagonisti amanti del buon cibo. E, tra un riferimento letterario e l’altro, le loro strambe lezioni diventano di giorno in giorno più intriganti.
Ma la mente di Vani non è del tutto libera: che le piaccia o no, Riccardo, l’affascinante autore con cui ha avuto una rocambolesca relazione, continua a ripiombarle tra i piedi.
Per fortuna una rivelazione inaspettata reclama la sua attenzione: la cuoca di cui sta raccogliendo le memorie confessa un delitto.
Letto da: Paolo
Opinione personale: E’ il secondo libro che leggo di questa serie con Vani ed anche in questo caso sono rimasto soddisfatto.
Lettura piacevole di un’indagine nata per caso, con il personaggio “sopra le righe” di Vani che in questo caso interagisce, fin troppo, con il commissario che a quanto pare la legge come un libro aperto.
Purtroppo per serie ragioni familiari ho dovuto accantonare la scrittura della recensione a mente fresca, per cui mi trovo un po’ a corto di osservazioni da fare, ma comunque sia nella mia classifica personale ottiene un Buono che sfiora l’Ottimo.