Un articolo della Redazione di www.giornalelibero.com
L’occasione l’ha offerta la telefonata di un telespettatore, quest’oggi, al programma Orario continuato in onda su Telelombardia. “Sindaco, è vero che nella zona di via Resistenza sono aumentati i casi di leucemia? Sappiamo che in passato è stato trovato del cromo esavalente in un terreno”. In studio c’è Loris Cereda. La domanda del cittadino di Buccinasco è rivolta proprio a lui. Il sindaco prende la parola e lo rassicura: “Nessun rischio”. E’ così che si torna a parlare del terreno inquinato di via Resistenza. Quello transennato dal Comune. Analizzato più volte. E tuttora appestato dal cromo esavalente. A più di 6 anni dalle analisi che hanno stabilito la presenza, a una profondità che varia – secondo gli stessi uffici del Comune di Buccinasco – dagli 80 centimetri ai due metri. Troppo poco per inquinare la falda, “dal momento che l’acqua è pescata a 80-100 metri di profondità”. Ma abbastanza per fare paura a chi vive nella zona, e non solo. Oggi come ieri.
Ma ecco le novità. Loris Cereda ha in mente alcune idee per risolvere il problema. E le spiega a giornalelibero.com. “L’area è stata messa a residenziale – spiega il sindaco di Buccinasco – quindi è necessario bonificarla. Una stima dice che occorrono 5 milioni di euro. Una cifra che rende difficile un intervento urbanistico sufficiente a ripagare questa bonifica. Il punto è trovare un imprenditore che acquisti questo terreno dal Comune a un prezzo equo e si impegni a bonificarlo prima di realizzare un intervento urbanistico che non sia un grattacielo. Altrimenti in quella zona fa un disastro”. “Il Comune non ha ancora messo all’asta il terreno – precisa Loris Cereda – anche perché dobbiamo ancora definire un prezzo. E’ una cosa possibile, ma è certo che in questo modo si interviene sul patrimonio comunale: di fatto si riduce il patrimonio comunale per acquisire denaro da reinvestire per altre opere sul territorio”.
CASE POPOLARI
I dubbi rispetto a questa ipotesi – oltre alla necessaria presenza di un Piano di Governo del territorio che a Buccinasco attualmente manca, perché annullato dal Tar – sono legati al periodo di crisi che sta attraversando l’economia globale. “Con la situazione economica attuale – dichiara Cereda – si rischia di doverlo svendere, oggi. E’ vero che risolveremmo il problema dell’inquinamento, ma al momento si rischia di prestare il fianco a speculazioni edilizie”. Ecco dunque il piano B. “Fare un intervento di edilizia residenziale pubblica – spiega il sindaco Pdl – in cui il Comune è chiamato a gestire i tempi di attuazione, garantendo al contempo la bonifica. I tempi? Una volta che abbiamo la volontà politica di farlo, in sei mesi si fa tutto. Quindi la bonifica può iniziare nel giro di un anno, un anno e mezzo”.
LA PROPOSTA ‘ECO’
In realtà è al vaglio anche una terza ipotesi. “Politicamente mi piacerebbe molto coprire tutta l’area con pannelli fotovoltaici – spiega Cereda – e creare energia pulita. Grazie al Conto Energia ottenere poi i soldi per bonificare il terreno”. L’operazione, tuttavia, ha costi immensi e produrrebbe un utile di soli 60 mila euro all’anno sui 7 mila metri quadrati del terreno da bonificare. “In ogni caso – conclude il sindaco di Buccinasco – invito i cittadini a stare tranquilli. Se ci fosse un pericolo per la salute delle persone sarebbe stato preso qualche provvedimento di controllo dell’area e delle sue vicinanze. L’avremmo saputo come Comune, in sostanza. Queste non sono sostanze velenose se ci si passa sopra. Quello che è veramente pericoloso è la penetrazione in falda, che è stata esclusa dalle analisi”.
LE RESPONSABILITA’
Se il futuro è incerto, la magistratura ha deciso di mettere una pietra sopra al passato. Resta senza risposta la domanda delle domande: chi ha inquinato quel terreno? Chi ha ipotizzato si trattasse della ‘ndrangheta ha dovuto ricredersi, almeno ufficialmente. Non è stato dimostrato alcun collegamento tra la richiesta di pagamento di 26 euro avanzata da da Rosario Barbaro al Comune di Buccinasco nel 2003 (per aver coperto con uno strato di 5 centimetri di terra l’intera area di via Resistenza) e la presenza sotto il terriccio di sostanze inquinante, accertata pochi mesi prima. Una storia che ricorda molto quella di Buccinasco Più. Ma con valutazioni diverse da parte degli inquirenti.
Fonte: www.giornalelibero.com