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Li chiamano “superfood”. Ci salveranno la vita?

Li chiamano “superfood” e sono vegetali con particolari proprietà nutrizionali. Sono il risultato di numerosi anni di ricerca agronomica finalizzata a ottenere ortaggi o frutti che contengano livelli maggiori di alcuni fitonutrienti e antiossidanti, molecole conosciute per il loro ruolo nella prevenzione di numerose patologie cronico-degenerative.

Alcuni non sono ancora una realtà commerciale e crescono per ora nelle serre o campi sperimentali dei centri di ricerca, altri sono già una realtà.

L’ultimo di cui si è sentito parlare è la mela dalla polpa rossa ribattezzata Redlove e che ricorda agli appassionati di frutti antichi la pera cocomerina, varietà antica tipica dell’appennino tosco-romagnolo e già nota da secoli.

Tornando ai “superfoods”, pioniere in Europa è stata la catena Gdo Sainsbury che con una campagna pubblicitaria adeguata lanciò nel 2002 la Purple Haze, una carota di colore viola, ricca non solo di betacarotene ma anche di antociani.

Nel 2004 la stessa catena ha immesso sugli scaffali il pomodoro Maxantia, un “black tomato” più ricco di antociani e di vitamina C rispetto ai pomodori più conosciuti. Nonstante il prezzo decisamente elevato, si parla di circa 10 euro al kg, i consumatori apprezzarono la novità.

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Un commento su “Li chiamano “superfood”. Ci salveranno la vita?

  1. Spugna
    3 agosto 2010
    Avatar di Spugna

    Se fanno bene, si è disposti a spendere anche qualcosa in più… GNAM GNAM

I commenti sono chiusi.

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Questa voce è stata pubblicata il 3 agosto 2010 da in Consumatori & Utenti, Sicurezza alimentare con tag , , , , , , , , .