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Fannulloni o stakanovisti? i due volti dei vigili

poliziottodi Maurizio Caprino

Non si può mai generalizzare, lo scrivo spesso. Lo dimostrano anche le opposte esperienze di due aficionados del mio blog riguardo al comportamento dei vigili urbani: a GoldWing98 che denuncia l’ennesimo caso di menefreghismo davanti a palesi infrazioni facilmente punibili, si contrappone Paoblog che invece – almeno per una volta – si complimenta coi “ghisa” milanesi per la tempestività in un’operazione di solito fatta di malavoglia: la rimozione di un’auto in sosta in uno spazio riservato.

Consentitemi una considerazione: sia la denuncia di GoldWing sia la sorpresa di Paoblog nel vedere i vigili fare il proprio dovere testimoniano che mediamente nella gente l’immagine della categoria non brilla (e credo sia un eufemismo).

Eppure ci sono ogni giorno vigili che per aiutare la gente si fanno in quattro e qualcuno addirittura è morto da eroe.

Perché non fanno breccia come gli altri appartenenti alle forze dell’ordine?

E’ solo per l’assenza di una cerimonia nazionale in pompa magna come quelle delle altre forze dell’ordine, in cui il presidente della Repubblica premia davanti alle telecamere chi ha avuto “sprezzo del pericolo e senso del dovere” o figli e vedove?

Io credo di no.

C’è un problema di immagine compromessa negli ultimi vent’anni, in cui progressivamente i corpi di polizia municipale sono diventati spesso uno strumento per imporre tasse occulte sotto forma di multe.

E, quando si aggiunge la vista di un vigile che parcheggia come capita l’auto di servizio o non punisce chi dovrebbe, nella gente s’innesca un mix esplosivo. Poco importa se, magari, quel vigile aveva davvero un buon motivo per comportarsi così (per esempio, perché era intento a fare altre cose più importanti ma meno visibili): la gente non lo sa come si fa concretamente questo mestiere, quali sono anchei vincoli giuridici cui si è soggetti.

E allora occorre trasparenza. Bisogna spiegare come si opera, rendere partecipi i cittadini del perché si privilegia la repressione di certe infrazioni invece che altre, far vedere come una certa strategia ha ridotto gli incidenti in precisi punti.

Certo, poi occorre pure far lavorare i fannulloni, riqualificare gli incapaci (e incapaci si può anche non esserlo, ma solo diventarlo perché le norme cambiano in continuazione e sono sempre più difficili e interpretabili).

Tutto questo significa anche fare investimenti. Ma qual è il sindaco disposto a farli in un campo che invece viene tradizionalmente visto come una fonte di entrate?

°°°

Per completezza, pubblico qui il commento che ho scritto sul Blog di Caprino.

Mi scuso subito per la lunghezza del commento, ma di cose da dire ce ne sono. Vero che spesso chi sta dall’altra parte della barricata non ha la percezione del lavoro e delle complicazioni altrui, e la cosa vale per tutti, dal fornaio al vigile.

Vero anche però che i vigili fanno il possibile per non farsi amare. Non ne faccio una questione di multe, in 30 anni di patente ne ho prese pochissime, si contano su una mano.

Mi riferisco nello specifico alla cecità raccontata da Goldwing e che potete trovare anche in questi post, dove si parla di menefreghismo  o di vigili “non vedenti” per arrivare poi all’arroganza e maleducazione, dimostrata tra l’altro nei confronti di un “buon cittadino”  ed infine l’errore di farsi impietosire da un automobilista che ha torto nel senso più ampio del termine.

La tolleranza e l’elasticità, per me, sono un’altra cosa, senz’altro necessaria, ma da usare con buon senso.

Non credo che il mio giudizio sulle vigilesse, ad esempio, sia viziato dallo splendido rapporto personale e lavorativo che ho con le donne, tuttavia resta il fatto che le vigilessse spesso abbiano un approccio migliore come si evince anche da quanto scritto in questo post.

Vero anche che i Comuni, vuoi per incapacità gestionale, vuoi per mancanza di fondi, sono alle prese con la scarsa formazione dei vigili (e relativo aggiornamento), ma vero anche che fanno il possibile per complicare le cose.

A Milano c’è il vigile di quartiere e fino a pochi mesi fa quando era necessario un intervento, chiamavi il Comando di zona e loro mandavano il vigile di quartiere. Talvolta arrivava, talvolta no, d’altro canto si deve muovere a piedi oppure in bici…(e qui scatta la comprensione del cittadino di buon senso).

Ora, nello spirito di miglioramento del servizio, devi chiamare il Centralino della sede, digitare 1 per richiedere un intervento ed aspettare che si liberi la linea. Talvolta te la cavi con 3 minuti, ma ho provato a sentire la musica per 3 minuti e poi il segnale di libero per altri 3, senza che nessuno risponda.

Fannulloni o troppo pochi?

Non importa, perchè se chiami il Pronto Intervento, non puoi stare in linea 5 minuti ed oltre senza parlare con nessuno. Io chiamo per la rimozione di un’auto, ma uno che deve segnalare un incidente o altro fatto grave?

Poi c’è il Comune che chiede il dialogo con i cittadini, tu gli scrivi e ricevi risposte assurde sia che li avvisi del problema della segnaletica inattiva oppure se segnali una situazione di violazione perenne della ZTL.