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Il Sistri ovvero in Italia rispettare le leggi è una fregatura

Ho scritto spesso delle problematiche collegate al mondo del lavoro, dal punto di vista delle piccole aziende, che poi sono quelle che stanno cercando di tenere in piedi il Paese.

Agganciandomi ad una mail ricevuta oggi dal Servizio Ambiente della Società che cura la gestione dei rifiuti, mi vedo costretto ad anticipare la pubblicazione di parte di un post in preparazione da tempo.

Ho già parlato del Sistri, ma oggi è arrivata la ciliegina su una torta che era andata a male ancor prima della sua cottura.

(Immagine tratta da www.reset-italia.net)

Di fatto il Sistri è abrogato, ma come è giustamente scritto nella mail di cui sopra, sono numerosi i punti non chiari che dovranno essere affrontati nelle prossime settimane. In primis, ci si domanda a che titolo verranno trattenuti i contributi sistri versati dalle aziende che hanno provveduto puntualmente all’iscrizione e al ritiro dei dispositivi (chiavetta USB e black box).

Nel 2010 abbiamo speso circa 70 € per la pratica gestita dall’associazione di categoria, poi 120 € per iscriversi al Sistema che non funziona ed altri 60 € quest’anno, per poi scoprire che per le piccole aziende (meno di 10 dipendenti) l’operatività del Sistri è prorogata al 1° giugno 2012 ovvero quasi due anni dopo il termine (12 agosto 2010) previsto inizialmente, ma ormai abbiamo pagato l’iscrizione, ma resta da capire se lo slittamento dell’operatività  coincidesse con la possibilità di non iscriversi.

Questi soldi ovviamente se li terranno… agire nel rispetto delle Leggi e delle Normative, (seppur fallimentari), una volta di più garantisce al cittadino solo di prenderlo in quel posto e scusate la metafora poco elegante.

Con simili comportamenti, lo Stato spinge anche il più onesto ad agire da furbetto, tanto chi paga è sempre il cittadino onesto, con vessazioni ed abusi oltre ogni limite.

La mancata iscrizione al Sistema prevedeva sanzioni folli, sino a 100.000 €, ma notare che se non ci fossimo iscritti, ora non succederebbe niente, perchè: Decadono pure le sanzioni a carico dei trasgressori (D.M. 17 dicembre 2009 e s.m.i.).

Altro che repubblica delle banane….

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Leggo su ItaliaOggi del 18 agosto:

Il contributo obbligatorio del mondo produttivo all’avviamento del nuovo sistema di controllo dei rifiuti, alternativo alla mera tenuta dei registri di carico e scarico, contava già versamenti per 65-68 mln di euro a fine 2010.

Eppure, «i costi relativi alla tecnologia e al funzionamento del sistema si situano intorno al 90% di questa cifra», rivelava il 9 giugno scorso il sottosegretario allo sviluppo economico, Stefano Saglia, rispondendo in aula a Montecitorio a un’interpellanza urgente di Simonetta Rubinato (Pd).

Oggi, però, il quadro è sostanzialmente mutato. Secondo la stessa Rubinato, «gli imprenditori e gli enti locali hanno già versato oltre 90 milioni di euro nelle casse dello stato per un sistema mai partito».

Soldi, avverte la deputata Pd, che «dovranno essere restituiti». E non solo per una semplice norma di civiltà. Rubinato, al riguardo, non usa mezzi termini sui timori di mancata restituzione del prelievo alle imprese: «Mi auguro», dice, «non si paghi la società affidataria del sistema elettronico che non ha adempiuto al contratto, peraltro ottenuto senza gara». Punto.

Sullo sfondo resta l’indagine avviata dalla procura di Napoli sul Sistri, con le ispezioni condotte, in giugno, dalla Guardia di finanza negli uffici del ministero dell’ambiente e nelle sedi delle imprese Selex e Viacom srl. Indagine, che spinse il ministro dell’ambiente, Stefania Prestigiacomo, a impegnarsi pubblicamente a togliere il segreto di stato sulla gestione dell’intero affare Sistri, durante un question time alla camera.

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Ecco il testo della mail ricevuta oggi, nel dettaglio:

Il SISTRI, sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, è stato abrogato lo scorso 13 agosto dal Decreto Legge n. 138/11.

Decadono quindi i termini di entrata in vigore progressiva a partire dal 1° settembre 2011 e così pure le sanzioni a carico dei trasgressori (D.M. 17 dicembre 2009 e s.m.i.).

In vigore le vecchie procedure
Per controllare la filiera dei rifiuti si torna alle vecchie procedure cartacee costituite dalla compilazione dei registri di carico e scarico, dei formulari (FIR) e del modello unificato di dichiarazione ambientale (MUD).

Il progetto di digitalizzare tutto il comparto rifiuti è dunque, ad oggi, cancellato anche se per la definitiva abolizione sarà necessario attendere il termine massimo di 60 giorni per la promulgazione della legge che si concluderà il 13 ottobre 2011.

Sono tuttavia numerosi i punti non chiari che dovranno essere affrontati nelle prossime settimane. In primis, ci si domanda a che titolo verranno trattenuti i contributi sistri versati dalle aziende che hanno provveduto puntualmente all’iscrizione e al ritiro dei dispositivi (chiavetta USB e black box).

Il decreto 138/11 abroga le seguenti norme del D.Lgs. 152/2006 e smi:
– il comma 2, lettera a) dell’articolo 188-bis
– l’articolo 188-ter
– l’articolo 260-bis

Il Decreto 138/11 riprende e mantiene:
– i registri di carico e scarico dei rifiuti
– il Mud, il modello unificato di dichiarazione

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