Oggi abbiamo ricevuto in azienda un depliant di Poste Italiane con il quale ci offrono una serie di servizi digitali denominati Poste mailbox professional (ovviamente definirlo magari Casella Postale Aziendale – magari con l’acronimo C.P. Aziende – sarebbe stato riduttivo; si sa che un termine in inglese da tutta un’altra valenza… ); vediamo di che si tratta, in sintesi: l’obbligatoria quanto inutile PEC Posta Elettronica Certificata + la Firma Digitale + l’Archivio Virtuale + la Conservazione sostitutiva (virtuale, s’intende) degli archivi aziendali.
Niente da dire sull’offerta di per sè, tuttavia mi fa ridere (amaro) leggere che si deve fare la procedura di adesione online e poi recarsi di persona all’Ufficio Postale per completare l’attivazione e procedere al pagamento del canone annuale (60 € + Iva).
Capiamoci, per attivare i servizi virtuali di Poste Italiane devo andare di persona?
L’ipotesi di effettuare il pagamento mediante carta di credito, non era fattibile?
E di allegare contestualmente all’adesione un file PDF con il documento di identità e magari la visura dell’azienda?
Purtroppo l’atteggiamento di Poste Italiane ben riflette l’errata percezione del mondo virtuale da parte di Enti e servizi, soprattutto se d’origine statale.
D’altro canto il breve articolo di Riccardo Luna che ho letto nei giorni scorsi, la dice lunga; detto in poche parole, scopro che il nuovo capo dell’Agenzia digitale (in pratica il Signor Internet italiano) sarà Agostino Ragosa,* anni 62 (!).
(* Capo dei sistemi informatici delle Poste 😉 quando un black-out bloccò la riscossione delle pensioni per molti giorni. Magari non ne è stato responsabile, tuttavia dopo poco fu spostato ai progetti speciali d lìeraquando il Governo gli ha assegnato il nuovo incarico.)
Nel medesimo periodo della nomina di Ragosa, da Bruxelles è partita una raccomandata destinata a Federico Morello, 17 anni (!!) con la quale la commissaria europea per l’Agenda digitale, invita Morello a far parte del suo team.
Come dice Luna: da noi uno di 17 anni sarà sempre considerato un ragazzo dal quale non abbiamo nulla da imparare. Per questo il futuro non arriva mai.
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