un articolo che leggo su Sicurezza Alimentare
Spesso il semplice fatto di comprare tonno in scatola ci sembra garantire una sicurezza alimentare ideale: perfette condizioni di conservazione, lunga scadenza e sottovuoto. In più la consapevolezza di ingerire i preziosi omega 3.
Ma complice la familiarità con il prodotto, si finisce spesso per non considerare aspetti tossicologici anche importanti.
Ora EFSA ha aggiornato i limiti settimanali tollerabili (Tolerable Weekly Intake), che a differenza di quelli giornalieri, si applicano in caso di sostanze chimiche che tendono ad accumularsi nell’organismo in periodi lunghi, dando luogo ad intossicazione cronica e non acuta.
Proprio l’enfasi che negli ultimi anni è stata data agli omega 3 e alle loro benefiche proprietà, avrebbe portato ad abbassare la guardia nei confronti del metil-mercurio, la forma chimica principale in cui è presente il mercurio. Con possibile superamento dei livelli di guardi per alcuni gruppi sensibili della popolazione, in particolare infanti e bambini.
Di conseguenza l’Authority Europea ha abbassato i limiti settimanali dai precedenti 1,6 ug per kg di peso corporeo agli attuali 1,3. Il valore precedente era stato stabilito dal Codex Alimentarius, tramite il suo comitato interno sulla valutazione delle sostanze chimiche (JEFCA).
Il gruppo più a rischio è costituito dagli infanti nel feto, in ragione di effetti avversi in fase di sviluppo neurologico causati dal mercurio. Le donne incinta, si è visto, sono talvolta forti consumatrici di pesce.
EFSA rileva come in generale la popolazione europea sia al di sotto dei limiti massimi, ma che occorra stare attenti a consumatori che consumano una quantità eccessiva di pesce.
Il mercurio produce danni al sistema nervoso e ai tessuti cerebrali. Le principali fonti di metilmercurio sarebbero tonno, pesce spada, merluzzo.
In ogni caso, come fatto qualche anno fa da EFSA, bisogna considerare non solo i rischi ma anche i benefici del pesce, con una diminuzione del consumo degli stessi. EFSA aveva pubblicato nel 2010 un Documento guida sulla valutazione rischi-benefici, sottolineando proprio il consumo di pesce come caso di studio.
Il metilmercurio si accumula soprattutto nei pesci di maggiori dimensioni, con un ciclo di vita più lungo: questo è dovuto alla bioaccumulabilità dei metalli pesanti, oltre che a composti come PCB e diossine.
Sono quindi da preferire, nel caso si voglia consumare pesce frequentemente, pesci piccoli, il pesce azzurro in generale (sardine, sgombri e simili) e anche pesci di acquacultura ricchi in omega 3 (come la trota salmonata).
Grazie dell’apprezzamento 🙂
Questo in ogni caso è un Blog personale ed io non posso dirle cosa acquistare o meno, tuttavia potrebbe essere d’aiuto leggere gli articoli sull’argomento che può trovare qui:
buongiorno,molto interessante il vostro sito, se possibile vorrei sapere le marche di tonno da comperare,alla mia famiglia piace molto.Grazie Taroni Giuliana