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Se al Ministero ti insegnano a scrivere in modo da non farti capire

BananeChiunque di noi abbia avuto a che fare con lo Stato avrà notato come siano abili nel rendere complicate le procedure più semplici ed incomprensibili le istruzioni e spiegazioni che potrebbero aiutarci a risolvere i problemi, che siano cartelle pazze o di situazioni nelle quali sei in buona fede o, peggio ancora, che tu abbia due sentenze a favore, per loro non conta nulla, che le leggi le devi rispettare tu, mica loro…

Qualche mese fa l’amica Madamin mi aveva inviato un articolo letto sul Corriere e che solo ora ho avuto modo di leggere con attenzione; è veramente disarmante leggere l’autore* spiegare come, quando lavorava al Ministero delle Politiche Agricole, gli insegnassero a non farsi capire dai cittadini.

Degno di nota anche quando quando Pascale fa notare che durante il concorso pubblico al quale aveva partecipato, avesse risposto a domande sugli art. 97 e 98 della Costituzione.

Bellissimi.

«I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione». 😀

L’Art. 98 invece recita: «I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione».

Sarà….

infatti successivamente Pascale arriva al cuore del problema, che sintetizzo:

Un vecchio direttore il primo giorno di lavoro, mi chiamò: legga questa circolare esplicativa ancora in bozze e mi dica con tutta sincerità cosa capisce.

Mi ritirai nella mia stanza e cominciai a leggere. Ora, sarà stato per le subordinate che si inseguivano senza tregua, per i rimandi snervanti, per una serie di punti numerati con A) a) A1 aa1 e via dicendo, io pensai che solo una mente alienata potesse aver prodotto quel documento.

Così andai dal vecchio direttore e balbettando dissi: non ho capito niente.

E lui rispose con un mezzo sorriso: bene, allora è perfetta!

Ne parlai con i colleghi e alla fine, chi più chi meno, scoprii, tutti avevano letto una circolare simile. Nel lontano 1989, quella fu una piccola lezione.

Le leggi non devono mai essere chiare, perché se lo sono, con la chiarezza forniamo potere a chi legge.

Cominciai a scrivere anche io circolari con molte subordinate e un’infinita varietà di punti, e avrei potuto facilmente abituarmi allo stile se non fosse arrivata la legge sulla trasparenza. La 241/90.

Compito di chi fa le leggi sarà quello di esporle in maniera chiara e trasparente. Sentivo che le cose sarebbero migliorate da un giorno all’altro. Mi sbagliavo.

Ora cliccate su questo link ed andate a leggere il resto dell’articolo, con particolare attenzione all’aneddoto raccontato dall’autore circa il suo discorso a Francoforte…

(* Antonio Pascale, nato a Napoli nel 1966, è cresciuto a Caserta e nel 1989 si è trasferito a Roma, dove ha lavorato al ministero delle Politiche agricole: giornalista e scrittore, collabora con il «Corriere della Sera»)

Un commento su “Se al Ministero ti insegnano a scrivere in modo da non farti capire

  1. alberto bionducci
    22 gennaio 2013

    molto d’accordo: io ho dato le dimissioni (allora si poteva scegliere) da un ente che si chiamava ANCC che seguiva in toto la sicurezza di tutti gli apparecchi in pressione, quindi molto pericolosi.

    La normativa ufficiale partiva da un decreto regio del 1929 e proseguiva fino ai giorni nostri con il sistema così bene descritto dall’amico giornalista .

    Dopo pochi anni i miei colleghi furono tratti in salvo dall’emissione ufficiale di un testo unico, che rendeva completamente la materia.

    Gli aggiornamenti vengono effettuati modificando in lingua il testo unico.

    L’unica soluzione è quella di pretendere che per ogni materia soggetta a normativa ufficiale venga editato il testo unico.

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