in sintesi un articolo di Paola Emilia Cicerone che leggo su Il Fatto Alimentare
L’Olio extra vergine di oliva toscano è tra i più apprezzati in Italia e nel mondo, insieme all’olio ligure, umbro e quello delle colline del Garda.
Ma come essere sicuri della provenienza delle bottiglie vendute in negozio o al supermercato?
Secondo i dati forniti dall’Agea e relativi ai registri di carico e scarico dell’olio del Sian, l’Italia conta tra produttori e confezionatori, 6373 operatori di cui 5716 frantoi e 657 aziende che imbottigliano. Analizzando meglio i numeri si riscontra una storia dell’extra vergine diversa da quella scritta sulle etichette.
Basta leggere anche velocemente le tabelle principali del rapporto per rendersi conto che «Il 90% dell’olio di produzione italiana (400 mila tonnellate nei primi nove mesi dell’anno) viene dalle regioni del sud, soprattutto Puglia, Calabria, Sicilia e Campania che raggiungono da sole il 70% – sintetizza Alberto Grimelli, agronomo e tecnico olivicolo-oleario-. Mentre Lombardia, Liguria, Toscana e Umbria insieme arrivano al 6,5% della produzione.
Se però si considerano le percentuali relative alla vendita di olio confezionato i valori si invertono. La Toscana produce il 5% dell’olio italiano ma ne imbottiglia il 36%, l’Umbria arriva all’1% ma ne imbottiglia quasi il 20, mentre la Puglia al contrario ne produce il 50% e ne imbottiglia solo il 10%. Il paradosso si raggiunge in Lombardia dove la produzione ha dei valori ridicoli mentre l’imbottigliamento arriva al 10%.
L’altra realtà poco conosciuta è che la nostra produzione nazionale è affiancata da una quota simile di extra vergine importato in buona parte da Spagna e Grecia con una quota da altri Paesi come Tunisia, Portogallo e Cile.
Se consideriamo la totalità dell’extra vergine lavorato nella penisola gli oli Toscano, Umbro, Ligure e Lombardo rappresentano il 2-3% del prodotto imbottigliato (la metà del quale viene esportato).
Ma se la situazione è questa c’è da fidarsi delle bottiglie che sottolineano l’utilizzo di olive italiane o provenienti da regioni come la Toscana, la Liguria…?
«Bisogna distinguere tra l’imbottigliamento e la provenienza dell’olio – spiega Grimelli-. Se si guardano le tabelle relative alla commercializzazione si scopre che la Toscana è al primo posto, perché ospita la maggior parte delle industrie di imbottigliamento. Si tratta di imprese che acquistano olio in diverse regioni italiane, lo miscelano e poi lo vendono confezionato. In questo caso non si tratta di olio “toscano”, ma di extra vergine imbottigliato in Toscana.
Per capire cosa stiamo comprando ci sono le definizioni in etichetta da leggere con attenzione.
Quando si trova la dicitura “prodotto e imbottigliato da…” vuol dire che almeno il 50% dell’olio è effettivamente ottenuto dagli ulivi dell’azienda. Se però sull’etichetta comprare la scritta “imbottigliato” oppure “confezionato” la materia prima può provenire dalle diverse Regioni.
Bisogna prestare attenzione alle formule ambigue: se si legge “prodotto imbottigliato da” l’assenza della “e”, indica che l’olio è stato solo imbottigliato da quell’azienda.