Ogni giorno se ne legge una, sembra un bollettino di guerra, dove politici ottusi e palazzinari avidi, si contrappongono con la logica ed il rispetto dell’ambiente. Da una parte ti fanno il blocco del traffico per contrastare l’inquinamento e dall’altra abbattono alberi e cancellano aree verdi per costruire palazzine, stadi o centri medici.
Leggo sul Corriere: Un angolo di bosco in piena città, poco conosciuto al di fuori della zona 9. Un terreno di sette ettari nell’intersezione tra i quartieri Affori, Comasina e Bovisasca, di proprietà della Provincia. A fine dello scorso anno, l’ente pubblico ha deciso di metterlo in vendita.
Dove oggi ci sono aceri, ciliegi, carpini, olmi e tassi, nasceranno diverse palazzine. Anche di dodici piani. In zona le cooperative hanno smesso di costruire da tempo per mancanza di richiesta. La Provincia, invece, ha deciso di investire e anche in piena crisi non blocca il progetto.
La fine del bosco? Scontata: sarà abbattuto. Non solo. Sono a rischio anche gli orti comunitari dell’ex Pini e il frutteto e le serre dell’Istituto Pareto, l’unica scuola di Agraria milanese.
Ma il quartiere non ci sta, e guidato da un gruppo di diverse associazioni dice no all’ennesima colata di cemento. Inutile e dannosa. Perché il parco, che negli anni Cinquanta era il granaio dell’ex ospedale psichiatrico, si è trasformato in un’oasi naturale e faunistica sorprendente.
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