Gennaio 2015 > I post della Categoria “Epatite A & frutti di bosco surgelati” sono stati raggruppati nella Categoria “Sicurezza alimentare”
in sintesi un articolo di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto Alimentare
In Italia sono oltre 200 le persone colpite dal virus dell’epatite A, perchè molto probabilmente hanno mangiato il “Misto frutti di bosco” surgelati, della linea “Bosco reale” confezionato dalla Asiago Food o uno delle altri tre prodotti ritirati dal mercato per gli stessi motivi confezionati dalle ditte Green Ice ed Erica* Spa (vedi tabella ) .
(* clicca QUI per leggere la lettera dell’azienda Erica di Padova e la relativa risposta di Roberto la Pira)
Il 10 maggio scatta l’allerta e l’informazione viene inviata a Bruxelles, dove tramite il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (Rasff) tutti i paesi Ue vengono informati. Ad oggi gli Stati dove sono state distribuite le confezioni contaminate, oltre all’Italia, sono cinque: Belgio, Uk, Paesi Bassi, Spagna, Svizzera.
La macchina dell’allerta si è attivata anche nel nostro paese, e i frutti di bosco prodotti da Asiago Food vengono ritirati dagli scaffali di 403 negozi quasi tutti situati nel nord Italia.
Nell’elenco dei supermercati che trovate in allegato ci sono oltre 300 supermercati discount della catena Dpiù (nella tabella sono indicati come Maxi Di), poi ci sono piccole realtà locali con pochi punti vendita come: Aeffe, Alice, Arca, Barazza, Bascom, Bon Achat, Centro commerciale discount, Centro commerciale Ramonda, Commerciale prima, Denti & Marazzi, Dial, El Gasto, Elenamarket, Emy Eurocommerciale, G.S.A., il Frutteto, La Meridiana, Orsini, Pietro Marcuzzi, Pozzoli Carni, Primax, Re.Ma.Ma, Rea, Real Cibo, Super Longare, Supermercati Oplà, TRe C, Unicomm, Vanilati, Villa Jardini, Vollono Vincenzo.
Questa è solo una parte della realtà perchè Il Fatto Alimentare non ha ancora i dati relativi agli altri tre prodotti ritirati e l’elenco dei punti vendita coinvolti.
Abbiamo parlato con i responsabili della catena di discount Dpiù che hanno confermato di avere esposto i cartelli in tutti i punti vendita, dicendo che ci sono ancora, ma di non aver pubblicato la notizia on line.
Purtroppo i cartelli senza foto (?) funzionano poco visto che nessun consumatore ha restituito il prodotto, anche se veniva assicurato il rimborso. Praticamente tutto il nord Italia è coinvolto ma il Ministero della salute non si sbilancia e preferisce mantenere il silenzio.
Nessuno sa a quale livello sia l’epidemia in corso, perchè il virus dell’epatite A resta in incubazione da 15 a 50 giorni e mancano ancora i dati definitivi del mese di giugno.
Probabilmente numerose altre persone consumeranno i frutti di bosco contaminati conservati nel freezer di casa e questa non è una buona notizia. Per evitare problemi i frutti di bosco surgelati devono essere sottoposti ad adeguata cottura per eliminare il virus eventualmente presente.
Il dramma è che il Ministero ha dato informazioni del tutto insufficienti, non ha fornito le foto dei prodotti, le aziende non hanno informato i consumatori e tra i supermercati c’è chi lo ha fatto in modo troppo timido.
Tutto ciò accade mentre il ministro della salute Beatrice Lorenzin esalta il livello dei controlli e la sicurezza alimentare in Italia.
La situazione è grave, lo dicono tutti in via informale, ma poi nessuno esce allo scoperto.
C’è il rischio di contrarre una seria patologia quale l’epatite A, non un semplice mal di pancia. Aspettiamo delle risposte responsabili da queste catene di supermercati, unite dal silenzio di non voler informare i clienti con tutti i mezzi possibili, dopo aver venduto un prodotto pericoloso per la salute.
Le informazioni non vengono pubblicate nei loro siti e restano nei cassetti. Tutto ciò è poco logico e poco accettabile.
Anche in Irlanda da pochi giorni è scoppiato un focolaio di epatite A. Secondo le autorità sanitarie la metà dei contagi è ricollegabile all’ingestione di frutti di bosco surgelati e il genotipo virale (IA) è lo stesso di quello italiano. L’allerta è scattata immediatamente con il consiglio di bollire i frutti di bosco surgelati almeno un minuto prima di consumarli per distruggere l’eventuale presenza del virus.
Secondo le autorità irlandesi l’epatite A è una malattia che può durare 1-2 settimane ma anche mesi. La gravità dei sintomi tende ad aumentare con l’età.
I più comuni sono febbre, perdita di appetito, nausea, affaticamento e dolore addominale, seguiti entro pochi giorni da ittero.
Il periodo di incubazione (l’intervallo di tempo dall’esposizione all’agente infettivo fino alla comparsa dei sintomi) varia da 15 a 50 giorni, con una media di 28 giorni.