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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Il cielo di stagno

di Ben Pastor

Sellerio – Pagg. 473 – € 14,00 venduto

Il cielo di stagno - € 5,00

Trama: Ucraina nord-orientale, 1943. Il maggiore Martin von Bora è tornato eroicamente da Stalingrado. Nel suo ruolo di ufficiale dell’Abwehr, il servizio segreto dell’esercito tedesco, ha per le mani due generali dell’Armata Rossa, Platonov e Tibyetsky, detto Khan. Entrambi sono a parte di segreti strategici. Platonov, che è stato vittima delle purghe di Stalin, è restio a collaborare. Invece, Tibyetsky-Khan, nobile passato alla rivoluzione, che tra l’altro è lontano parente di Martin, sembra più equivocamente implicato in un’opera di controllo, di disinformazione o qualcos’altro.

Mentre proseguono gli interrogatori, i due, a distanza di ore, muoiono. Intanto, in una foresta vicina che i civili cominciano a considerare maledetta, si verificano feroci omicidi, di soldati e contadini, e anche di bambini e donne. Delitti immersi in un alone di magico orrore.

Tutto è un fangoso groviglio, in cui si confonde la sanguinaria paranoia di SS e Gestapo diretta contro i sospetti oppositori interni alla Wehrmacht, con le manovre dei sovietici, le imprese dell’Esercito di Liberazione Ucraino, e con la depravazione dentro il clima della guerra di antichi odi. Sembra impossibile districarlo. E forse nessuno desidera nemmeno capire veramente.

Ma il comandante della Abwehr, il freddo, enigmatico von Bentivegni, ordina al giovane maggiore di indagare. Nutre obiettivi personali, ma ha anche una spontanea fiducia verso il sottoposto.

Letto da: Paolo

Opinione personale: In questo libro Bora ha dentro di sè l’orrore di Stalingrado, raccontato al meglio nelle 33 pagine di Giaciglio d’acciaio; non è più il Bora giovane ed entusiasta di Lumen, sono trascorsi anni di guerra e di orrori che pesano sulla coscienza di Bora che ancora una volta cerca di conciliare l’obbedienza obbligatoria per un militare di carriera con un certo senso Etico e critico, cosa questa che per forza di cose lo espone a scontri con SS e Gestapo.

La storia nello specifico è un riuscito mix di spionaggio, investigazione in un teatro bellico fra i più duri, sotto ogni punto di vista; come sempre Pastor è riuscita a coinvolgermi nella storia ed a farmi entrare nei panni di Martin Bora dal quale sono caratterialmente lontano, ma con il quale condivido la ricerca dell’Etica nel comportamento quotidiano, per cui capisco bene certe sue scelte, non molto sagge visti i tempi e soprattutto visti i giocatori in campo.

Come detto a suo tempo, è un ottimo libro, ma non è adatto a tutti, visto che alla fine la guerra (e le atrocità ad essa collegata) sono sempre presenti, seppur raccontate al meglio.

Di Ben Pastor ho letto anche: LumenIl SIgnore delle cento ossaIl giaciglio d’acciaio (presente nel libro Un Natale in giallo)

A chi apprezzerà il racconto di Ben Pastor, consiglierei la lettura della trilogia satirica  08/15 del Caporale Asch di Hans Helmut Kirst, ed il lacerante Niente di nuovo sul Fronte Occidentale di Eric Marie Remarque.

Un commento su “Un libro: Il cielo di stagno

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Questa voce è stata pubblicata il 18 novembre 2013 da in L'angolo dei libri - Le nostre segnalazioni con tag , , , , .