Il dizionario delle cose perdute non poteva non avere un seguito. Perché a ben vedere, di oggetti, luoghi e giochi da recuperare dall’oblio dell’era high tech ce ne sono tantissimi.
Così, Francesco Guccini, ha ripescato ancora nella sua memoria, sfruttando anche i consigli di chi per strada lo fermava e gli chiedeva perché, in quel primo volume, non avesse inserito questo o quell’altro oggetto.
Idrolitina, calendarietti profumati dei barbieri, il traforo, le cabine telefoniche, i vespasiani, le osterie. Trovarli per le strade o nei negozi è sempre più difficile, ma non meritano di essere dimenticati.
Con la poesia e la capacità di raccontare con le parole emozioni ed esperienze di vita, Guccini torna a scrivere pagine da comprare, leggere e conservare gelosamente negli scaffali della propria libreria. Perché di libri così, purtroppo se ne fanno sempre meno. Un po’ come per le cose perdute.
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