L’altro giorno la notizia che: La Regione ha deliberato una modifica sui prezzi dei trasporti: riguarderà quindi biglietti e abbonamenti della metropolitana nelle tratte interurbane, mensili e biglietti integrati di treni regionali e pullman provinciali.
Un piccolo ritocco (in media dello 0,61%, quindi decine di centesimi o anche qualche euro a seconda della lunghezza della tratta), ma che rischia di pesare sul bilancio delle famiglie lombarde.
Un’amica che ha abbandonato l’utilizzo dell’auto a causa dei costi, optando per i mezzi pubblici, mi ha scritto:
porca miseria….. io non ne posso più…. davvero. Tornerò a Milano metà della prossima settimana, ma non ce la faccio a pensare ad un altro anno pieno di spese e costi del … “cavolo”.
La stessa amica, lo scorso anno, in occasione di un altro aumento, mi scriveva che:
Io faccio due fermate oltre il limite urbano (ospedale S. Raffaele), ma il buffo è che spesso devo scendere proprio all’ospedale e farmela a piedi, perchè non tutte le 925 vanno oltre, ma ritornano a Cascina Gobba. Ma se davverò aumenterà così tanto, farò solo l’urbano e poi andrò a piedi. Non se può più, aumenta tutto. Ed io non ce la faccio più.
Oggi leggo che: Il Comune sta estendendo i posti auto a pagamento (ma gratis per i residenti) in diverse zone di Milano: 4.769 tra viale Zara e Fulvio Testi e 644 in area Darsena – Navigli, ma in questo caso a invocare le strisce blu è stato il Consiglio di zona 5, interessato a proteggere i residenti dalla sosta selvaggia dei pendolari.
La tariffa per la Zona 5 – Abbiategrasso, Gratosoglio e Ronchetto delle rane – sarà di 0,80 euro all’ora dalle 8 alle 13, poi il posteggio «blu» non si pagherà.
2 settembre 2014 – Leggo oggi che: Saranno solo cinque o dieci centesimi in più sul biglietto del pullman e del metrò, ma l’ultimo ritocco non è andato giù ai pendolari dell’hinterland.
In quattro anni, per fare un esempio, il costo del biglietto per chi prende la linea rossa da Sesto Primo Maggio, alle porte di Milano, è lievitato del 33%.
Il rincaro settembrino ha portato con sé polemiche: c’è chi, ai tempi della Città Metropolitana, invoca il tanto atteso biglietto unico regionale e chi, soprattutto nella Martesana, punta il dito sulla mancanza di comunicazioni: i più hanno scoperto del balzello solo quando hanno dovuto mettere mano al portafogli.
Accuse che Atm, società che gestisce il trasporto pubblico milanese, rispedisce al mittente ricordando che l’aumento è stato deliberato dalla Regione in seguito a un adeguamento Istat, e che ha provveduto a comunicare per tempo le variazioni.