Condivido appieno la premessa in questo articolo di SicurAuto (qui in sintesi), dato che troppo spesso si vedono (anche) donne incinte non allacciate, comportamento questo che, salvo casi in cui vi sia una specifica esenzione, sono veramente pericolosi; è anche vero che vista la diffusa abitudine di far viaggiare poi i bambini senza seggiolino e/o in braccio alla mamma, forse li vogliono abituare ancor prima della nascita a vivere pericolosamente.
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Premessa: le donne in gravidanza devono continuare a usare la cintura di sicurezza, poiché anche un urto a pochi chilometri orari potrebbe essere letale per il feto.
Lo abbiamo ripetuto più volte, anche nella nostra guida. Possono non usare la cintura le donne in stato di gravidanza sulla base della certificazione rilasciata dal ginecologo curante che comprovi condizioni di rischio particolari conseguenti all’uso delle cinture di sicurezza.
Ma adesso il disegno legge 2353 prevede l’introduzione dell’obbligo di dotare i veicoli a motore di dispositivi per adattare le cinture di sicurezza alle condizioni fisiche delle donne in stato di gravidanza: la proposta è in discussione in Parlamento.
Le cinture di sicurezza sono, in caso di incidente, uno dei più importanti meccanismi di protezione per chi si trova all’interno del veicolo: riducono il rischio che il guidatore e i passeggeri urtino l’interno del veicolo o vengano catapultati fuori al momento dell’impatto.
Secondo gli esperti la cintura di sicurezza riduce del 70 per cento la gravità dei traumi a cui si può andare incontro, in quanto il motore scarica l’energia cinetica sulla cintura che evita così l’impatto violento del guidatore o del passeggero con l’abitacolo del veicolo.
Allo stato dei fatti, quindi, una donna in stato di gravidanza che non sopporta la cintura di sicurezza per il senso di oppressione e di compressione che questa produce sull’addome, può chiedere al proprio medico di produrre un certificato che la esoneri da questo fondamentale dispositivo di sicurezza.
Paradossalmente, così, una persona che dovrebbe godere di una tutela maggiore (responsabile di ben due vite) viene messa in pericolo.