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La privacy violata sul web: “Il 67% dei siti italiani è fuorilegge”

web00un articolo che leggo su E-R Consumatori dal quale si evince che come sempre le leggi ci sono, ma vengono sistematicamente violate.

Dipenderà forse dal fatto che non si fanno controlli a sufficienza? E che i tempi in ogni caso sono troppo lunghi?

Nel 2008 ho fatto una segnalazione al Garante per una violazione continua della privacy da parte di Fastweb, nonostante la richiesta di cancellazione dati, accettata e confermata da Fastweb.

E’ partito un procedimento, la società ha dato la colpa all’agenzia esterna e bla, bla, bla, ma resta il fatto che siamo nel 2014 e Fastweb continua a telefonare. Strano, visto che aveva confermato di aver cancellato il nominativo. 😉

Ora mi trovo alle prese con un’azienda che continua ad inviare mail ad entrambi gli indirizzi pubblici dell’azienda.

Un paio di mail non hanno mai ucciso nessuno, intendiamoci, ma io seguo alla lettera quanto scrivi in calce alla tua mail:

Screenshot 2014-10-05 18.05.41

e se ti comunico ripetutamente che chiedo la cancellazione del nominativo, spiegandoti tra l’altro che non uso i tuoi prodotti, tu insisti, allora mi fai girare le scatole.

Scrivo nuovamente minacciando una segnalazione al Garante e quello che fa?

Mi telefona dicendo che sono un intollerante, ma che provvederà a cancellare il nominativo ed infatti l’invio, costante, prosegue nel tempo, seguito da altre richeiste di cancellazione, tutte cadute nel vuoto, e siamo al punto di partenza.

Ho segnalato il tutto al Garante qualche mese fa ed infatti le mail continuano ad arrivare. Come dicevo, tempi lunghi da parte dell’Autorità e menefreghismo dall’altra.

* * *

Il rispetto della privacy? Nel web i rischi che sia violato è alto.

Che non sempre vi sia la massima trasparenza quando si devono digitare i propri dati su internet, milioni di cittadini ne sono da tempo consapevoli, trovandosi poi bersagliati da continue mail pubblicitarie e telefonate promozionali da parte di soggetti terzi, ma a sentenziare che si tratti di un fenomeno dilagante è adesso lo studio condotto da Federprivacy

Su 2.500 siti web di enti e imprese italiane, in 1.690 casi non è rispettato l’obbligo di informare l’interessato su come saranno trattati i suoi dati personali in violazione dell’art. 13 del Codice della Privacy, e in molti casi non è rispettata neppure la richiesta di consenso al trattamento dei dati di cui all’art.23.

Nel 55% dei casi, a non dare idonea informativa all’interessato, sono piccole e medie imprese, mentre il 17% dei siti web che omettono di dare l’informativa svolgono attività in settori legati alla salute, e che quindi trattano dati sensibili, come ad esempio, ospedali, cliniche, laboratori di analisi, studi medici, dentisti, chirurghi, etc.

Significativo il fatto che nel 7% dei casi, a commettere tali violazioni siano aziende informatiche, come web agency o società di consulenza nel settori di internet, che spesso sviluppano esse stesse numerosi altri siti web per i loro clienti.

Risulta inoltre che il 6% dei contravventori siano soggetti di condizioni economiche e dimensionali notevoli, come grandi aziende, multinazionali, enti pubblici, e anche personalità come artisti, politici e altri vip.

Eppure la legge è chiara. E’ un diritto dell’interessato, quello di ricevere un’idonea informativa sul trattamento dei dati personali per poter essere in grado di scegliere se prestare o meno il proprio consenso, e l’art. 161 del Dlgs 196/2003 punisce le infrazioni a tale prescrizione con sanzioni pesantissime che vanno dai 6.000 ai 36.000 euro, cifre che possono essere anche raddoppiate se tali violazioni coinvolgono numerosi interessati, come nel caso di siti internet accessibili al pubblico, o addirittura quadruplicate se il contravventore è un soggetto facoltoso.

“L’ammontare delle violazioni rilevate nell’arco di un solo mese è stimata, codice alla mano, intorno ai 24 milioni di euro – spiega il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi –  ma la portata del fenomeno è molto più estesa perché i domini registrati presso il Registro.it del CNR sono ad oggi circa 2,5 milioni, e questo significa che il campione analizzato equivale ad appena un millesimo dei siti italiani. L’entità di queste infrazioni, che sono pure alla bella vista di tutti su internet, è quindi potenzialmente calcolabile in alcuni miliardi di euro.”

 

Un commento su “La privacy violata sul web: “Il 67% dei siti italiani è fuorilegge”

  1. Poppea
    6 ottobre 2014
    Avatar di Poppea

    Non ci crederaima la MOTTA a mia madre non l’ha più contattata

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