Per Veolia è tempo di rimestare nel torbido. Ma non metaforicamente: il gruppo francese di servizi ambientali ha in programma infatti di ricavare dai rifiuti le materie prime preziose che le permettano di aiutare a compensare la stagnazione nel suo settore idrico.
Si prevede che il mercato del riciclaggio globale a crescerà del 10-15 per cento l’anno, dai 25 miliardi di euro di oggi fino a raggiungere i 40 miliardi nel 2020. Il fatturato di Veolia nel settore dovrebbe più che raddoppiare, toccando i 5 miliardi di euro entro il 2020.
«I flussi di rifiuti dei Paesi sviluppati sono una vera miniera per le materie prime – ha spiegato Antoine Frérot, amministratore delegato del gruppo – Anche se non diventeremo una compagnia mineraria, la nostra attività di riciclaggio entrerà sempre più in competizione con quell’industria».
Veolia e la rivale (sempre francese) Suez Environnement sono le due principali aziende idriche e impegnate nel business dei rifiuti di tutto il mondo, servendo ciascuna circa 120 milioni di persone in tutto il mondo.
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