in sintesi un articolo che leggo su Il Fatto Alimentare
In poco più di dieci anni, dal 2000 al 2012, l’Indonesia ha perso oltre 6 milioni di ettari di foresta primaria, che corrisponde a quella non ancora intaccata da attività umana e quindi più ricca di biodiversità.
Il fatto ancora più preoccupante è che il tasso di crescita della deforestazione tende ad aumentare nel tempo: questo significa che ogni anno si taglia un po’ di più rispetto all’anno precedente.
Solo nel 2012, l’Indonesia ha detto addio a 840 mila ettari di foresta primaria: il doppio rispetto a quanto è stato perso dal Brasile, leader mondiale di deforestazione fino a quell’anno, e con un’estensione forestale maggiore di quella del paese del Sudest asiatico.
Le osservazioni effettuate dai satelliti, infatti, suggeriscono che, anche nel 2012, molti abbattimenti abbiano riguardato aree forestali che in teoria avrebbero dovuto essere sottoposte a qualche forma di protezione e di conservazione da parte del governo.
E tutto ciò nonostante una moratoria sulle concessioni di nuove licenze al disboscamento, emanata proprio dal governo indonesiano nel 2011 e rinnovata nel 2013 per altri due anni.
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