Ma di cosa si tratta?
Riguarda la disdetta dalla fornitura del gas Gpl che ben 40 famiglie piemontesi non riuscivano ad ottenere nonostante i ripetuti tentativi.
La fornitura del Gpl, nel corso degli anni, è passata in diverse “mani”, sovente all’insaputa degli stessi clienti
Alcuni avevano sottoscritto il contratto con l’Uniongas, altri con la Lampogas e inviavano a queste aziende la richiesta per disdettare il contratto. Solo che non erano più loro i fornitori e quindi le pratiche andavano per le lunghe, anzi per le lunghissime.
E intanto il gas continuava ad essere fornito dagli stessi operatori che avevano acquisito le “quote”, senza che il cliente potesse liberarsene.
Ciò che vincolava i consumatori al fornitore era il bombolone, che viene dato dagli stessi fornitori in comodato d’uso a patto che il gas venga preso da loro.
Per legge, ogni cliente, dopo due anni di comodato d’uso, può diventare proprietario del bombolone, solo che deve farne esplicita richiesta.
Se questa non viene presentata si continua a rimanere vincolati ad un comodato d’uso. Questo significa che il prezzo del Gpl viene maggiorato fino al 30-40%.
Ci sono molte altre persone in questa situazione, solo che non se ne rendono conto o non sanno come fare a liberarsi dal contratto.”
A questo punto cosa potrà fare la Casa del Consumatore?
“Intanto chiederemo la risoluzione del contratto – ha affermato Stefano Santin – Se la Totalgaz non concilierà, agiremo con l’Antitrust al fine di far dichiarare vessatorie le clausole che indicheremo. Si tratta di un vero e proprio “schiavismo commerciale”.
Chi vuole avere informazioni e farsi assistere nella verifica del contratto sottoscritto con le aziende fornitrici potrà contattare la Casa del Consumatore allo 0141530197 oppure mail: info@casadelconsumatore-piemonte.it