in sintesi un articolo che leggo su Altroconsumo
Un bel cesto di funghi all’angolo di una strada, con un contadino o un raccoglitore che vi invita all’acquisto: il quadretto è allettante, ma è meglio non cedere alla tentazione.
È rischioso comprare funghi freschi spontanei nei canali non ufficiali.
Per venderli occorre infatti essere in possesso di un’autorizzazione rilasciata dal Comune e di un attestato di idoneità alla vendita rilasciato dall’Asl.
In ogni cassetta di funghi sfusi deve esserci il certificato di avvenuta visita da parte del micologo dell’Asl, per escludere la presenza di funghi velenosi mortali o di funghi estranei.
Questo è il motivo per cui vanno presentati nella stessa cassetta con un proprio certificato, e non per esempio trasferiti in un cestino.
Se si consumano funghi – spontanei o coltivati – commercializzati “ufficialmente” non si rischia di andare incontro a funghi velenosi.
I problemi possono semmai derivare da una cattiva conservazione dei funghi o da un consumo eccessivo.
Nel primo caso si hanno disturbi gastroenterici dovuti all’ingestione di ptomaina (derivato di un amminoacido che si sviluppa per il cattivo stato di conservazione), come quando si consuma carne guasta.
Quando se ne mangiano troppi si va incontro ai disturbi classici dell’indigestione (vomito, diarrea…).