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Il libro di Martina: Cercando Alaska

a cura di Martina Villa, curatrice della Pagina FB Quando nevica scarlatto

cercando alaska
Partendo dal presupposto che prima di iniziare questa lettura ero in preda ai peggiori pregiudizi, etichettando John Green come uno scrittore commerciale che trattava semplici tematiche adolescenziali.

Sono contenta di essermi sbagliata di grosso!

John Green è tutto fuorché commerciale, anzi, in questo libro in particolare l’ho trovato a dir poco geniale. Si capisce alla perfezione il legame tra la trama e la morale che vuole trasmettere al lettore attraverso il suo racconto e non è di certo uno che si abbassa al classico e sdolcinato “happy ending” per ingraziarsi i lettori.

(Piccola parentesi, solo io trovo i finali smielati e tutti rose e fiori delle autentiche, passatemi il francesismo, paraculate?)

No, lui ha un modo di narrare semplice e conciso, ma allo stesso tempo profondo e molto mirato.

Quindi, come avrete già capito, “Cercando Alaska”, secondo me, è un libro SUPER consigliato; ora vi spiego perché:

1- I personaggi. Nonostante Ciccio, il Colonnello ed Alaska stessa siano delle volte volgari e trasgressivi, parlino di argomenti normalmente tabù per la società, questo non va a loro svantaggio, anzi, serve a conferire loro tridimensionalità, perché, diciamocelo, quasi tutti gli adolescenti dicono parolacce, parlano di sesso e bevono alcol.

Anche se, quindi, potrebbero essere dei cattivi modelli da seguire, forse per la loro profondità psicologica, si riesce a giustificargli tutto. E non si può non amarli, perché, in fondo, ci ricordano un po’ noi stessi.

2- La struttura del romanzo.

ATTENZIONE SPOILERISSIMO!!!!

È interessante come l’autore decida di suddividere il romanzo, in una parte “prima” la morte di Alaska ed in una parte “dopo”, perfettamente equivalenti, in modo da rendere meglio equilibrati i sentimenti e le emozioni dei protagonisti, in modo da evidenziare meglio il loro cambiamento in merito a quell’episodio.

3- Il finale. Non è un finale col botto, nè con chissà quale scoperta, ma è bello. Non so spiegarlo nemmeno a parole.

Leggi e non ti accorgi nemmeno che il libro è finito, perché è un finale coerente con il percorso intrapreso dai protagonisti.È un finale un po’ filosofico e da un certo punto di vista “strano”, però è magnifico.

Personalmente consiglio l’acquisto della versione per i dieci anni dall’uscita del libro, quella con la copertina nera, in cui l’autore spiega il significato di varie scene e della famigerata battuta “toc-toc”.

 

 

 

 

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