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#nondisturbarmi: 10.000 adesioni alla campagna contro il telemarketing selvaggio

Chi mi legge abitualmente sa che la mia fiducia nella tutela del consumatore si azzera quando si parla di televendite, privacy, ecc.

Leggo nell’articolo che al primo punto c’è l’Introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate.

Ci farei la firma, visto che sono settimane che in azienda sono tempestato da telefonate dallo 062380261 e la persona che chiama si qualifica come Centro direzionale Fastweb, se non fosse che poi la Fastweb rinnega il fatto che questa agenzia sia una delle loro e quindi si torna alla casella di partenza, nonostante io sia iscritto al Registro delle Opposizioni.

Al solito, non servono nuove regole, basta che funzionino quelle vecchie e che le sanzioni per le violazioni siano esemplari, visto che quelle attuali non portano da nessuna parte. Ma questo sembra non capirlo nessuno…

Leggi anche: Privacy o Registro opposizioni? @penna_biro ti dimostro che non c’è tutela

 

call center

Ha raggiunto le 10.000 adesioni la campagna #nondisturbarmi contro il telemarketing selvaggio e ora Unione Nazionale Consumatori, Cittadinanzattiva, Movimento Difesa del Cittadino e Udicon chiedono un incontro con il Garante della privacy sull’urgente riforma del Registro delle Opposizioni.

In Italia su 115 milioni di linee telefoniche, tra fisse e mobili – ricordano le associazioni – solo 13 milioni (11,3%) sono negli elenchi e, di queste, appena l’1,3% (poco più di 1 milione e mezzo) sono iscritte al Registro: ciò dimostra, una volta di più, che è necessario estendere l’iscrizione a tutte le linee, anche quelle private, e rendendolo valido anche per le autorizzazioni date in passato.

La campagna, diffusa sui social attraverso l’hashtag #nondisturbarmi e all’indirizzo http://www.consumatori.it/stop-chiamate-indesiderate/ , ha dunque raggiunto le 10mila iscrizioni, ma la corsa per ottenere un teleselling (#dilloinitaliano: televendite) rispettoso della privacy non si ferma: in attesa del disegno di legge per il mercato e la concorrenza, che prevede norme di riforma del Registro delle opposizioni, finora rivelatosi inefficace, le associazioni hanno chiesto un incontro al Garante della privacy Antonello Soro per consegnargli le firme raccolte.

Ecco le richieste delle associazioni:

1) Introduzione di un meccanismo di corresponsabilità tra l’azienda che avvia la campagna e il call-center che fa le telefonate (per evitare rimpalli di responsabilità e di dover perseguire piccoli call-center con sede all’estero), prevedendo anche un attività di monitoraggio e di educazione da parte del gestore.

2) Potenziamento del Registro pubblico delle opposizioni, così da ampliarne le prerogative prevedendo la possibilità di iscrivere anche i numeri di cellulare e soprattutto che una volta iscritto il proprio numero, si possano così “cancellare” tutti i precedenti consensi (in modo tale da consentire al cittadino di riprendere il pieno controllo dei propri dati).

Sarebbe inoltre preziosa l’istituzione di un Registro per censire le campagne promozionali (con indicazione dell’operatore che lancia la campagna, il periodo di riferimento e i numeri utilizzati per chiamare i consumatori) così da evitare all’utente di dover fare indagini complicate per scoprire chi lo ha disturbato.

3) Incentivare gli operatori a gestire meglio i dati in loro possesso: il sistema attuale è costruito in modo tale da disincentivare le buone pratiche.

Oggi, infatti, il pagamento alla Fondazione Ugo Bordoni (che si occupa del Registro) è proporzionale all’attività di scrematura dei numeri: tanto più pulisce le liste, tanto più l’azienda deve pagare la Fondazione.

Ma in questo modo si disincentivano le imprese a cancellare i numeri (di fatto questi preferiscono pagare le sanzioni), mentre sarebbe meglio stabilire il pagamento in base al fatturato.

Fonte: #nondisturbarmi: 10mila adesioni alla campagna contro il telemarketing selvaggio — Consumatori — E-R Il portale della Regione Emilia-Romagna

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