a cura di Martina Villa, curatrice della Pagina FB Quando nevica scarlatto
Racconto ambientato negli anni ‘20 a Mosca, caratterizzato da una pungente ironia, molto scorrevole ed a tratti anche alquanto grottesco,ma un libro che vale assolutamente la pena di leggere; appassionante e leggibile tranquillamente in massimo due giorni.
Esso racconta la vicenda di Pallino, un randagio trasformato da un bizzarro dottore, tale Filipp Filippovičh, in un essere umano tramite trapianto dell’ipofisi.
L’esperimento compiuto sul cane è impressionante ed a tratti addirittura oserei dire “disturbante”, ma narrato con estrema precisione ed è facile evincere che gli studi dell’autore vertano proprio sulla medicina.
Comunque l’esperimento va a buon fine ma il nuovo Pallino (Pallinov!) non si rivela certo essere una persona modello: perennemente ubriaco e molesto creerà delle situazioni al limite della tragicomicità e nonostante tutto non si riuscirà ad odiarlo completamente, perché alla fin fine lui non è altri se non l’ignara vittima degli esperimenti del “dottore salvatore di cani”, a cui piace tanto canticchiare: “Da Siviglia a Granada…”.
In questo libro quindi le figure di vittima e carnefice, uomo e cane, padrone e scienziato, si mischiano e mescolano alla perfezione, alternandosi e Pallino passa da ignara vittima a carnefice, così come il dottore passa da carnefice a vittima, ma, come ho detto prima, nonostante Pallino si riveli il più infimo degli esseri umani, è impossibile attribuirgli la colpa delle idee pazze scaturite dalla mente di Filipp Filippovičh, di cui è l’unica, sventurata, vittima.