Tempo fa in un post facevo notare come l’allargamento non giustificato dei marciapiedi e conseguente restringimento della carreggiata creasse notevoli problemi di circolazione e non ultimo di sicurezza per i ciclisti; il tutto aggravato da mezzi in sosta in posizioni assurde.
Ed oggi leggo che un automobilista rischia qualche anno di carcere:
Il 6 giugno scorso un 65enne percorrendo con il suo Suv a velocità moderata una curva dove lo spartitraffico restringeva la carreggiata, con lo specchietto destro aveva colpito una donna ferma sul marciapiede.
La 48enne filippina cadendo aveva battuto la testa, per poi morire in ospedale.
Più si ne osserva la dinamica e più sovviene il pensiero che qualcosa di simile può capitare a tutti se non si sta particolarmente attenti, specie laddove i Comuni hanno preso il vizio di allargare i marciapiedi anche dove non se ne capisce il motivo, e di moltiplicare aiuole spartitraffico di cemento che restringono la strada.
I rilievi dei vigili urbani hanno notato come all’altezza di quella curva a destra la larghezza della carreggiata venga ristretta a 3,25 metri da una aiuola spartitraffico, per poi riaprirsi dopo il semaforo a 5,75 metri.
In più i pali della luce e quello del semaforo tolgono un po’ di visuale agli automobilisti.