Mi rivolgo ai genitori in quanto non ho esperienze recenti in materia.
Stavo pensando all’ennesima bambina dimenticata in auto dalla mamma e non voglio cadere nella solita retorica, ma è evidente che restando seduto davanti al PC è facile non riuscire a capire la dinamica che porta a questa tragica dimenticanza.
Ieri rientrando a casa ci pensavo e, come automobilista, riflettevo sul fatto che guardando spesso lo specchietto retrovisore, fosse anche solo nelle manovre di parcheggio si dovrebbe vedere il seggiolino e di conseguenza la bambina.
In seconda battuta, ma forse questa è una mia abitudine, una volta sceso dall’auto dò sempre un’occhiata alla macchina e quindi è un’occasione in più per fare mente locale su chi o cosa c’è dentro.
C’è da dire che vedo sempre più spesso auto, soprattutto familiari e suv, con i vetri posteriori oscurati; non sarà che quando da fuori guardi verso l’auto non hai la possibilità di vedere il seggiolino e quindi renderti conto della dimenticanza?
Un pensiero finale che non intende essere provocatorio; avete notato che non si sente mai di bambini dimenticati in auto in inverno? Ovvero come mai questa dimenticanza scatta solo nelle giornate più calde?
Mi scrive Luisa: È assurdo e per me incomprensibile e assolutamente ingiustificabile! Un genitore così va punito! Abbiamo fatto lo stesso pensiero riguardo al fatto che succede solo nelle giornate estive.
A meno di un dolo volontario, non vedo quale pena possa infliggere la legge superiore al rimorso che affliggerà per sempre il genitore.
Mi scrive poi Michela: Io la penso allo stesso modo di Luisa , io ne ho tre , lavoro e faccio tutto da sola , non ho aiuto di nonni e parenti , con questo voglio dire che molte volte la mia testa è piena di … ma non mi sono mai dimenticata dei miei figli.
Rok attribuisce la cosa, senza che sia una reale scusante, ai numerosi impegni, alcuni evitabili forse, tuttavia in tal caso a me verrebbe più facile “capire” (si fa per dire) se ti dimentichi di andarlo a prendere in piscina piuttosto che all’asilo ovvero nelle tappe intermedie della giornata.
Ma mentre lo porti all’asilo, operazione che dovrebbe essere fatta in automatico, non riesco a capirlo….
Aggiunge Luisa: Il pensiero di Rok è giusto, però stiamo parlando di un ESSERINO UMANO a cui tu hai dato vita e deve stare SEMPRE in cima alla lista delle tue priorità! Sapessi che rabbia mi sale quando leggo queste cose…certe persone non dovrebbero nemmeno avere la possibilità di fare figli!
Aggiunge Michela: Come dici tu magari è più facile dimenticare di andarli a prendere in un posto che lasciarli mentre si accompagnano a scuola. Come si fa? Oltretutto ‘sti bambini nel tratto di strada sono così silenziosi?
Oppure come dici tu non dai un’occhiata alla macchina prima di scendere? Lo faccio sempre anche io! Che tristezza l’ennesima vittima innocente
Scrive Luca: Concordo con tutti, per quanto mi riguarda se sono con mio figlio, lo controllo e lo tengo sott’occhio per tutto il tempo necessario. Pur coi miei mille problemi credo sia impossibile scordarmelo in auto…
Resta il fatto che a genitori che percepiscono di essere sotto pressione, come aveva detto questa mamma su FB, a quanto ho sentito in TV, suggerirei l’acquisto del sensore Remmy che a quanto so è l’unico disponibile in Italia e mi pare che costi 60 €.
Detto per inciso è notevole la solita retorica dei giornali, che a gran voce si chiedono come mai non esista un dispositivo che segnali la dimenticanza, quando io da normale uomo della strada ne ho trovato uno con due click.
Approfondire mai?
Aggiornamento del 9 giugno – Com’era prevedibile sul Gruppo FB il confronto fra genitori sta proseguendo, per cui riporto quanto detto.
Valentina: A me ha molto colpito questo articolo. Mi ritengo fortunata di non aver (per ora) commesso una leggerezza del genere – ma… non lo dico a voce troppo alta, dovesse un giorno mai capitare a me.
Michela: Bellissimo articolo e sono d’accordissimo, lo stato in primis e le aziende in cui lavori , non ti vengono incontro in nulla , per la serie hai voluto la bicicletta e adesso pedala .. io pedalo però è davvero faticoso , è questo purtroppo non c’è lo riconosce nessuno.
Valentina: Senza poi nulla togliere al dramma della bambina, ovviamente – ma quella è una donna distrutta, tutti la definivano addirittura “irreprensibile” (quindi non distratta o distaccata nei confronti della bambina, più interessata al cellulare che alla figlia – perché ho letto anche questo).
Quindi, se una cosa del genere è successa, credo che prendersela con la madre sia una reazione superficiale. Bisognerebbe chiedersi quali circostanze c’erano dietro e che hanno portato, tutte assieme, a questo.
La stanchezza, lo stress, ma mettiamoci anche ‘sto accidenti di sensore che rileva la presenza del bambino rimasto in macchina, che lo installino allora!
E con un minimo di lungimiranza avrebbero averlo già dovuto fare, in previsione dell’estate – perché mi ci gioco le balle, scusate, che i bambini vengono dimenticati tutto l’anno: in estate se ne parla più spesso solo perché, con l’aumento delle temperature, è più facile che quando lo si ritrova, il bambino abbia preso caldo, con tutto quello che purtroppo ne consegue (perché ho letto anche favolose teorie “complottistiche” sul perché capiti in estate
😒).
Dare la colpa solo alla madre… direi banalmente che è riduttivo: non ha lasciato la figlia per andare a giocare alle macchinette.
Luisa: Ho letto l’articolo e sinceramente sono d’accordo solo sul fatto che entrare in FB e scrivere cattiverie sulla bacheca di qs mamma sia vergognoso.
Ripeto non la giustifico, ho due figli 17 e 20 anni e li ho cresciuti da sola xchè mio marito quando erano piccoli stava via X lavoro settimane intere.
Nessun aiuto, i nonni malati e zie varie tutte al lavoro a tempo pieno, eppure io non la capisco! Se una donna non “regge” (passatemi il termine) un figlio piccolo, quando diventa adolescente che fa? Se non sei grado di gestirli fai senza farli!
Valentina: Senza nulla togliere a te il merito di quello che hai fatto (e li dico seriamente)… io non mi permetterei mai di puntare il dito. Non conosciamo le circostanze che ci sono dietro.
Luisa: Aggiungo anche che ci si focalizza sulla disperazione della madre, ma spendiamo due parole per la piccola … che in quelll’auto rovente avrà pianto disperata per chissà quanto tempo e..(non ci devo pensare perchè mi sale una rabbia) I BAMBINI VANNO TUTELATI!!!
Riprendo la parola e non sarò breve. 😉
Con la mia riflessione condivisa che si è poi trasformata in un post non intendo dare giudizi che in situazioni come queste, dove c’è una grave negligenza, ma non un dolo volontario, diventa difficile farsi un’opinione netta.
Sui soliti che si sentono in diritto di seminare insulti su FB nei confronti della mamma, stenderei un velo pietoso anche se il fatto stesso che insultino invece che argomentare come tentiamo di fare noi, dimostra la pochezza che li avvolge.
Andiamo oltre. Conosco Luisa per cui comprendo la sua rabbia, conosco Michela e so della sua vita sempre di corsa, tra lavoro e figli. E proprio pensando a Michela che di figli ne ha 3, mi diventa più difficile capire il cortocircuito di chi ne ha una sola, ma poco da fare, la mente può andare in tilt, come racontava IPB.
In teoria ha ragione Luisa a dire che “se non riesci a gestirli non farli”, ma è altresì vero che quando ti accorgi di non reggere il ritmo casa-figlio-lavoro, in realtà il figlio già c’è ovvero con il senno di poi forse si farebbero scelte diverse, anche se poi si ritorna al discorso fatto tempo fa circa il giudizio sociale di troppi nei confronti delle donne che non hanno figli.
Resto quindi concentrato sulla dinamica, non del fatto in sè, in senso generale. Ancora stamattina ci pensavo…quello che non capisco è il cortocircuito di prima mattina, quando in teoria sei ancora fresco e diverso è a fine giornata quando sei esaurito da una giornata sovraccarica e magari pure “storta”.
Ma potremmo parlare per ore ed avremmo tutti ragione e tutti torto, soprattutto perchè ogni vicenda è una storia a sè e non possiamo commentare la vita altrui senza aver camminato nelle sue scarpe.
E quindi … la dinamica … mi sta bene che si dimentichi di andare all’asilo, vero che certe cose le fai in automatico, per cui se salti un passaggio arrivi al passo successivo senza rendertene conto.
Lo vedo anche in ufficio quando sto facendo un’offerta ad un cliente che prevede diverse fasi. Ne salti una e non te ne accorgi, poi vedi l’errore e non lo trovi perchè sei fermamente convinto di aver fatto tutto giusto, dato che sono cose che fai tutti i giorni, da anni.
Quello che non capisco è come possa succedere, una volta arrivati al lavoro, che si parcheggi, si prenda la borsa, si scenda e quant’altro senza “vedere” la bambina.
Sarebbe interessante, sempre con il fine di imparare dagli errori per evitare che altri li ripetano, che auto avesse questa mamma.
Un lettore del Blog ha segnalato un’App che aiuta il genitore a stare sul pezzo, ma ho qualche dubbio in proposito in quanto prevede che si inserisca l’indirizzo di destinazione ed ovviamente si lanci l’App, ma un genitore sempre di corsa si ricorderà per l’appunto di fare queste piccole cose se già corre il rischio di dimenticare il bimbo in auto?
Comunque sia, ve la segnalo, magari qualcuno la vuole testare (è gratis) e raccontare come va.
Luisa: Non ho letto di che si tratta nel dettaglio ma un App per ricordarsi dei figli ANCHE NO!!! Poi ci si lamenta se un bimbo di 5 anni gioca solo con tablet…dove arriveremo?
Valentina: Vero – ma sto anche pensando, basta che un conoscente o un collega da poco lontano l’abbia chiamata, o qualcosa può averla distratta – ed ecco che può essersi creata la situazione per la quale la catena di eventi ha portato alla sciagura.
Mi focalizzo sulla disperazione della madre perché ho fatto l’errore di immedesimarmi in lei, molto semplicemente.
Poi, non avendo la patente, quel particolare errore non lo potrei ancora fare – ma sono centinaia le cose che, potenzialmente, mettono a rischio la nostra vita e quella dei nostri figli. Finché le cose vanno bene potrei anche compiacermi del bel lavoro che sto facendo ma… e se capitasse a me, una mancanza talmente grossa da costare la vita a mio figlio?
Ovvio che in un caso come questo si deve andare ad analizzare colpe e responsabilità – ma insisto, la madre non era drogata né immatura, si presume amasse la figlia (tanto che pare si siano accorte dell’accaduto le persone vicine all’auto, che hanno sentito le sue urla, quando l’ha ritrovata).
Mi focalizzo su di lei perché è ridondante, ovvio, scontato pensare a una creaturina che non poteva neanche muoversi (anche se non ho letto il particolare, chissà perché son sicura che l’avesse legata) mentre moriva per il caldo. Non servono neppure le parole.
Quello, però, su cui ci si dovrebbe focalizzare davvero non è né la madre né la bambina – ma è una petizione perché realizzino questo benedetto sensore, perché cose di questo genere non capitino più!
Valentina in realtà il sensore esiste ed è quello di cui ho parlato da subito. Il problema però è un altro.
Siamo in un paese dove a 30 anni dall’obbligo di usare i seggiolini ancora vediamo bambini sparati dalle auto perchè non assicurati. Si torna ai soliti discorsi.
Non servono multe salate (che nessuno fa), obblighi e sensori, ma una maggior Cultura (della sicurezza, in questo caso) ed una cognizione di causa. Se fai un errore ci saranno delle conseguenze, talvolta lievi, talvolta drammatiche.
Per cui serve concentrazione.
Luisa: Valentina su alcuni punti sono d’accordo con te, Xpercarità lungi da me il voler essere genitore perfetto.
Mio figlio da piccolo a casa di un’amica ha bevuto la candeggina…quindi situazioni pericolose possono succedere, quel che faccio fatica a “digerire” è il dimenticarsi!
I bambini possono combinare di ogni e si sa, basta un secondo ed il guaio è fatto…ma la mamma non può mettere un figlio in auto e non pensare più a lui/lei…
Valentina: Luisa
😰 capisco cosa vuoi dire ma, sarà che tendo al pessimismo – io di figlio ne ho solo uno, curo solo lui e in teoria lo devo far bene: e se un giorno commettessi un errore che, invece, tu sei riuscita ad evitare?
Non sono affatto sicura di riuscire a far tutto nel migliore dei modi, per quanto lo vorrei. Ecco, forse, perché mi focalizzo su di lei (sulla bambina, ho già detto
😞).
Forse la fretta, forse i pensieri che angustiano ogni adulto, hanno distratto migliaia di genitori in tutto il mondo causando immani tragedie e lo stillicidio dei bimbi dimenticati nei veicoli.
Realizzata a Messina, Infant Reminder è la prima app al mondo, per smartphones e tablets, totalmente gratuita e utilizzabile in tutto il mondo, in grado di scongiurare il pericolo di dimenticare i bambini nei veicoli.
Prelevala gratuitamente dal sito ufficiale http://www.infantreminder.com/ oppure da App Store o Google Play.
Ciao Paolo,
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la mia esperienza e’ che qualsiasi abitudine puo’ incepparsi, anche la piu’ scontata, la piu’ praticata, quella che fai tutti i giorni. Mi e’ capitato di posteggiare la moto con la chiave dentro (due volte!), mi e’ capitato di non allacciarmi il casco, mi e’ capitato di mettere pesi diversi ai lati del bilanciere in palestra. Tutti gesti che in vita mia ho fatto letteralmente migliaia di volte; eppure, in alcuni casi, statisticamente rarissimi, persino quei gesti che consideravo automatici hanno prodotto un risultato diverso dal solito.
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In quei casi, il cervello si e’ dato una conferma che semplicemente non era nei fatti; si e’ letteralmente immaginato di aver compiuto una azione che non aveva mai compiuto. Perche’ ? Non lo so.
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Ritengo sia semplicemente un fatto inevitabile, una caratteristica di come funziona la nostra mente. Nella stragrande maggioranza dei casi, la dimenticanza non ha alcuna conseguenza importante. Ma nel mucchio delle dimenticanze, e’ giocoforza, ogni tanto ne accade una dalle conseguenze tragiche.
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It’s the way it is, per dirla come piacerebbe a te; fa parte delel regole del gioco. Ed e’ quindi inutile, secondo me, proporre punizioni esemplari.
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Sicuri si diventa, Ride Safe.