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Forte discussione nel Blog, scatenata dall’appuntalapis…

Anche se capita molto raramente, credo sia la seconda volta in 10 anni di LRDP (una costola del Blog), ieri uno scambio di idee via Whatsapp è degenerato in uno scontro a due.

A prescindere da questo, il succo del contendere è interessante e richiede l’intervento di un’esperta, per cui spero che la terminologa Licia Corbolante possa fare da arbitro.

Tutto nasce dalla domanda posta dal padre di un bambino in Prima elementare che doveva fare un compito, inserendo le lettere che mancano ed ottenere l’oggetto raffigurato a lato.

Nello specifico questo:

Il padre (milanese) fa notare che lui lo chiama “temperino” e non “appuntalapis” termine mai sentito, senza contare che sarebbe anche interessante quanti bambini di oggi conoscano il termine lapis.

Arriva un’amica toscana: Eh per me è facile… da noi si chiama appuntalapis! Si può chiamare in tutti e tre i modi: temperino, appuntalapis, temperamatite.

Il milanese ribadisce che: Ti giuro mai chiamato così in tutta la mia vita, anzi non ho mai sentito nessuno chiamarlo così.

Ed anche un’altra amica lombarda conferma di non conoscere il termine, così come non l’ho mai sentito neanch’io.

Successivamente viene postata questa definizione che da’ ragione ad entrambi, però…

… pero’ secondo me non si puo’ usare un termine regionale al di fuori del contesto.

E da quel che si legge e’ detto appuntalapis in Toscana ovvero in un’area ben precisa e la Toscana non è la Lombardia, per cui mi chiedo perchè non utilizzare il termine temperamatite che ritengo intuibile da tutti.

L’amica toscana però non ci sta ed insiste: Andate sul vocabolario. Appuntalapis è italiano. Poi magari si usa di più in Toscana, ma è un sostantivo della lingua italiana, non c’è scritto dialettale..

Io ho guardato sul dizionario Garzanti che ha in casa ed ho notato che la definizione Appuntalapis non esiste, ma c’è:

A questo punto il padre milanese incomincia a scaldarsi un poco, ma in sostanza non ha torto: È italiano, ma a Milano non si usa e pretendo da un maestro che si esprima con sostantivi italiani usati normalmente (in pianura padana); per quel che mi riguarda in Toscana potete parlare in terzine incatenate di endecasillabi, non mi interessa.

A rinforzo arrivano i punti di vista di altre amiche lombarde:

1) Nessuno nega che esista appuntalapis, ma il “mondo intero” utilizza temperamatite o temperino. Un bimbo di 6 anni (a parte qualche raro caso) potrebbe avere qualche problema nel risolvere questo “test”!

2) Oserei dire che è un termine dialettale. Sui dizionari Treccani e Devoto Oli c’è temperamatite (e ti da la spiegazione corretta). Già la parola lapis non è italiano “dell’Italia”, ma di qualche regione, ma appuntalapis proprio non si può sentire.

Per quanto riguarda lapis, leggo sulla Treccani (online): làpis s. m. [dal lat. lapis «pietra»]. – Termine con cui fu dapprima (sec. 16°) chiamata la sanguigna (lapis aematitis), poi in genere le varie pietre usate per disegnare, e infine i cannellini di legno con dentro una verghetta di grafite o di materia colorante, usati per disegnare o scrivere, a cui oggi si dà anche comunemente il nome di matita (v.): scrivere col l.; lrossoblulcopiativofare la punta al l.,

Lapis esiste, ma è un termine del 1700, come spiegano su Wikipedia e sicuramente è stato usato fino ad alcuni decenni fa, ma oggi?

E se un bambino (non toscano) non sa cosa sia il lapis, non può conoscere neanche l’appuntalapis o temperalapis.

Ma l’amica toscana, “testona” per sua stessa affermazione, non molla la presa: Io credo che siccome il termine è italiano e a scuola si insegna l’italiano la maestra poteva spiegare la cosa prima di dare il compito. Non è che in ogni regione si insegna a scrivere come si parla! Si scrive in italiano. Poi ogni regione ha il suo dialetto ed è giusto e sacrosanto mantenerlo secondo me. Ma solo quando si parla.

Torna nella discussione un’amica della provincia di Lecco: Ho fatto una prova ed ho girato a quattro amici con figli questo test e la risposta dei genitori è stata: Temperino.

Chiude un’altra amica, sempre lombarda: Sulla voce appuntalapis il Treccani dice anche “ sinonimo poco comune di temperamatite”. A scuola dovrebbero insegnare la definizione comune non quella regionale ( di qualsiasi regione si parli). Diciamo che appuntalapis è un po’ una forzatura…. forse il maestro è nostalgico del “dolce stil novo.“ 

Ed infine si fa viva mia sorella: La mia maestra originaria di Siena li chiamava temperalapis…. 40 anni fa.

E volendo dire, aggiungo io, a Firenze c’è anche una cartoleria che si chiama L’appuntalapis, ma si conferma che il termine è utilizzato in ambito regionale.

Purtroppo l’aria si era scaldata e nonostante il passo indietro fatto dal padre milanese, “mi avete beccato nella serata , settimana sbagliata, la smetto, buona serata a tutti”, la “testona” lo ha ulteriormente stuzzicato e le cose sono degenerate per cui va da sè che è stato necessario riportare la calma.

Approfondendo la questione ho letto un post di Licia Corbolante che serve a fare chiarezza:

I fenomeni di geosinonimia e geoomonimia riguardano in particolare cibo, mestieri e nomi di oggetti e strumenti di uso comune, per i quali non c’è stata una standardizzazione terminologica a livello nazionale (l’italiano standard è modellato su una lingua letteraria abbastanza estranea a questi argomenti).

E probabilmente è questo il caso in cui siamo incappati.

Ancora Licia Corbolante:

Geosinonimi: parole diverse che in luoghi diversi descrivono gli stessi concetti.

Esempi: affittare al nord, appigionare in Toscana e fittare e locare al sud; anguria al nord, cocomero in Romagna e al centro, melone d’acqua al sud; i nomi dei dolci fritti tipici di carnevale (frappe, chiacchiere, cenci, crostoli, galani, sfrappole…) o le espressioni per marinare la scuola.

Geoomonimi: parole identiche nella forma che in luoghi diversi sono associate a concetti diversi.

Esempi: in alcune parti del Veneto il balcone è l’imposta (scuro) mentre il cocomero è il cetriolo (anche in alcune zone della Sicilia); in Romagna il panno è la coperta; al sud tovaglia equivale ad asciugamano (telo); in alcune parti d’Italia temperino è un coltello, in altre un temperamatite; in Toscana il mestolo è un cucchiaio di legno, al nord invece è un utensile per cibi liquidi (ramaiolo in Toscana).

Si potrebbe quindi dire che entrambi i contendenti hanno ragione e sia Appuntalapis sia Temperino o Temperamatite sono termini in italiano e quindi corretti, ma essendo appuntalapis un geosinonimo è anche vero che non si può pretendere che bambino lombardo conosca termini in uso in Toscana.

Nota integrativa ovvero il commento di un’amica di Genova: In genovese si dice temperin, ma non credo di averlo mai sentito a scuola, ne io ne le mie figlie, sempre e solo temperino. Comunque penso sia giusto continuare a chiamarlo così, per non creare confusione specie se sono bambini in età scolare, non tutti possono sapere il dialetto di tutti.

Mi ha scritto Licia Corbolante (che ringrazio): Appena posso aggiungo un commento ma hai già dato la risposta: sono regionalismi (geosinonimi) quindi nessun errore. Stupisce però che l’autore del libro non abbia sufficiente sensibilità linguistica per capire che appuntalapis è parola poco adatta ad esercizio 1* elementare!

Scrive un laziale:  a scuola ho sempre usato il termine temperino … seguito da una pugliese: Anch’io l’ho sempre chiamato temperino

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