Testi & Foto di Loredana_sq18
Kurt, il primo violino
Konrad, il secondo violino
Eva, la viola
Bernard, il violoncello.
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Un quartetto d’archi è un microcosmo, una sintesi dell’esperienza umana.
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E questa narrazione una polifonia raffinatissima per quattro voci che si alternano, ed un diario – quello di Egon, lo scrittore – che tiene le fila di tutta la vicenda in un romanzo bellissimo di solitudini e contraddizioni, che è soprattutto un tributo all’universalità della musica.
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La musica che non ha confini, divisioni, etnie, che lenisce ogni dolore, l’unica – più delle parole e della letteratura – catartica ed assoluta.
La sola lingua, la casa, l’unica patria per la quale valga la pena di vivere e lottare.
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Perché la musica è la miccia e al tempo stesso il fuoco, il lapillo, il furore.
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La musica che ha il ritmo di un cuore con i battiti, le accelerazioni, le pause, le implosioni.
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La musica che da sola riesce a riscattare gli errori e gli orrori della Storia.
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E adesso siediti, apri questo libro e non perdertene nemmeno una nota.
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