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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Il rumeno di Corso Venezia

di Mauro Biagini

Fratelli Frilli Editori – Pagg. 207 – € 14,90

Trama: Milano, quartiere di Porta Venezia. Un microcosmo multietnico dove convivono borghesi e nullafacenti, giovani creativi da ogni parte del mondo e vecchi milanesi. La quotidianità viene sconvolta da un omicidio. È quello di Raffaele Caracciolo, ricco titolare di una galleria d’arte, il cui cadavere viene trovato dalla domestica un lunedì mattina nella cucina del suo lussuoso attico.

Le indagini sono affidate al commissario Attilio Masini, uomo malinconico e solitario, che al di fuori del lavoro cerca conforto in Schopenhauer e nella musica della West Coast americana anni ’70.

Ma la vera investigatrice diviene ben presto lei: si chiama Delia ed è una vecchia e bizzarra magliaia che trascorre ogni giornata fino a tarda notte nel suo laboratorio di via Lecco, per lo più seduta fuori, sul marciapiede, su una sedia tutta sgangherata. Lavorando a maglia, chiacchierando con chiunque e osservando tutto e tutti.

Il suo fedele compagno è il meticcio Andy. Se il cagnetto ringhia a qualcuno, non c’è da fidarsi. Perché, secondo Delia, “i cani non sbagliano mai”. Il “caso Caracciolo” sembra già risolto in partenza.

L’uomo ospitava da tempo un giovane rumeno nullafacente, un certo Adrian Stoicu, e ora il ragazzo risulta irreperibile.

Per tutti l’assassino non può essere che lui. Solo Delia non riesce a credere a questa ipotesi. Lei conosceva bene non solo la vittima, ma si era conquistata anche la fiducia del ragazzo rumeno, che sotto la scorza da bullo del quartiere le aveva dimostrato di possedere un animo gentile e sensibile

Letto da: Paolo

Opinione personale: Questo libro fa parte di quelli regalati a mia mamma, appassionata di gialli, tanto piu’ se si svolgono a Milano.

Lo svolgimento della storia, mi sembra viziata da un’idea romantica della vita di quartiere, più simile a quello che poteva succedere decenni fa, a meno che sia sfortunata mia mamma che nella periferia est milanese, dove peraltro sono cresciuto anch’io, oggigiorno c’è più menefreghismo che solidarietà ed aiuto.

Per quanto riguarda la trama “gialla” in sè, quello che viene svelato nell’ultima pagina lo avevo immaginato quasi subito e quindi la lettura, comunque gradevole, e’ stata condizionata da questo tarlo in testa.

Circa le motivazioni dell’omicidio, purtroppo sono ben più che credibili, tuttavia mi convince un po’ meno un altro aspetto del quale non posso parlare senza rovimare il piacere della lettura; se l’autore decide di svelare le sue carte alla fine, una ragione ci sarà. Detesto i cosiddetti spoiler…

Nella mia classifica personale gli assegno un Medio.

 

 

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 26 agosto 2020 da in L'angolo dei libri - le nostre recensioni con tag , , , .
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