Testi & foto di Mikychica.lettrice
Manhattan, 1946.
Lei e’ Kay, lui e’ Francois. Lei non è più giovanissima, lei non è bellissima,lei non ha un lavoro, lei non sa fare nulla, lei è sola. Lui è un attore francese, lui è famoso nel suo Paese, lui ha 46 anni, lui è affascinante, lui è solo.
Manhattan, gennaio 1946.
Aria di New York, violenta e tranquilla sregolatezza. Sono le 3 di mattina e in uno squallido bar, due individui, un uomo e una donna si trovano casualmente seduti allo stesso bancone. Si guardano, non si vogliono, si cercano, si parlano, si attraggono, si respingono. Sono soli, entrambi.
Doveva forse essere solo una notte di sregolatezze, di tabacco, di whisky, di sesso occasionale. Invece abbiamo appena osservato l’alba di una grande passione, di un grande amore, di una grande gelosia, di un grande turbamento, di un grande dolore, di una grande felicita’.
Simenon crea e disfa , ti imbocca di amore e poi ti sfama ad odio, ti assopisce di carezze e ti sveglia a pugni in pieno volto, ti ammalia con l’imprevedibilita’ dell’affetto e ti sveglia con la crudezza del tradimento.
Un romanzo sulla rinascita , Kay e Francois sono persone normali in un periodo difficile, forse non si piacciono poi molto fisicamente e sicuramente non apprezzano tutte le sfumature dei loro caratteri.
Proprio in questo sta la grandezza di questa storia, nel dirci che ad un certo punto della vita ci si accorge, se si è fortunati, che non è possibile resistere a quella forza che esplode dentro di noi, e manda in frantumi tutti i nostri preconcetti, le nostre convinzioni, le nostre idee.
Simenon ci tiene su una corda fino alla fine senza descriverci particolati colpi di scena, ci racconta un amore talmente intenso da stravolgere tutto, un amore che da più importanza alla bellezza di osservare insieme dalla finestra un sarto alle prese con il suo lavoro quotidiano, piuttosto che ad una notte passata a fare l’amore.
Aspettare una chiamata o una lettera come un bambino aspetta Gesù bambino la notte di Natale, un sentimento puro senza segreti senza più quel guscio di marmo che ci copre pesantemente e non ci lascia vivere.