Testi & foto di Mikychica.lettrice
“Ogni volta che vedevo quel trabiccolo stracolmo di cadaveri, mi sembrava che gridasse scandalo al cielo. A un cielo dal quale un Dio immobile e distratto non era riuscito a dare un solo segno della sua presenza al campo. Un padreterno dall’inconcepibile tolleranza del male. No, io non ho mai notato il benchè minimo segno della presenza di Dio a Buchenwald!” e ti chiedi come possa essere stato possibile e ti rendi conto che Dio non c’entra niente e nessuno aveva più ragione di Hobbes quando diceva “homo homini lupus” … l’uomo è lupo di se stesso.
Frau Kiesel racconta la sua storia a una scrittrice Sveva per darle la possibilità di scrivere un romanzo su un argomento ancora tabu nella Germania moderna che ha preso decisamente le distanze dalla strage compiuta dai nazisti.
E’ una giovane ragazza quando s’innamora di Uwe, giovane ebreo, sarà proprio questo amore a portarla in campo di concentramento dove si offre volontaria per “scontare la sua pena” in un bordello per prigionieri e giovani nazisti annoiati.
Gli uomini arrivavano, denutriti, esausti per il lavoro forzato ma pronti a spendere i loro 2 marchi per un quarto d’ora di sesso, per le SS invece i servizi erano gratuiti.
Un’esperienza che cambierà la vita di frau Kiesel per sempre, impedendole di vivere la sua femminilità e i suoi sentimenti anche una volta libera adulta e sposata ad un uomo amorevole.Il libro non mi ha colpita particolarmente.
Mi è sembrato un po’raffazzonato, messo insieme da una penna certamente delicata, ma non particolarmente abile.
Lascia inconcluse tutta una serie di storie parallele e non è abbastanza crudo da colpire al cuore.
Perché storie del genere devono farti male.
Il dolore è il minimo che si deve provare quando abbiamo il privilegio di poterci limitare a leggere.