“Tutto inizia per gioco. Vedo su Facebook un gruppo che gioca con la scrittura: ogni settimana gli amministratori propongono due parole (nel libro evidenziate in grassetto) e su queste i partecipanti devono costruire un testo di 400 caratteri esatti, spazi compresi.
La cosa mi diverte e decido di inanellare un piccolo giallo: ogni settimana scrivo la mia puntata.
È un intrigo internazionale che ruota intorno a una multinazionale che smaltisce in maniera poco ortodossa prodotti per l’irrigazione, avvelenando i campi.
Una donna dell’alta finanza e un investigatore si incontrano e si innamorano, ma il loro ruolo nella vicenda non è decisamente coerente. In più persone corrotte e malintenzionati violenti rendono tutto più complesso.
“Il gioco di parole” è e resta davvero un gioco, senza alcuna dignità o decenza di racconto, tanto meno giallo. Ma mi sono divertito e mi piace condividerlo.
I modesti ricavi sono andati tutti in beneficienza; per arricchire il piatto ho regalato diverse copie a qualche centinaio di persone della mia mailing list.
Con questo “auto acquisto”, al quale aggiungerò le royalties trattenute da Amazon ed i proventi delle copie acquistate in autonomie da altre persone, darò un piccolo contributo all’ospedale CV19 di Bergamo, costruito dagli Alpini e gestito da Emergency.” (Lauro Venturi)
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