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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

La gente lavora male e di conseguenza si perde tempo

Tutto parte da uno sfogo che ho scritto su Twitter, perchè sono proprio stufo…

Niente, non se ne esce.

Il solito fornitore manda l’offerta senza indicare la consegna ed un cliente manda una richiesta senza indicare il diametro dei pezzi, dettaglio non da poco.

Mi accingo a fare l’offerta ed ecco che scopro che non ha indicato neanche il quantitativo.

Io prima di spedire rileggo e verifico che ci siano le informazioni necessarie o richieste.

Seguiamo la moda nazionale e diamo la colpa allo smart working*; ogni volta che ti lamenti dell’imprecisione ti senti dire “sa lavoro da casa”, se non fosse che fate gli stessi errori che fate in ufficio.

Non è il luogo, ma il metodo di lavoro che non funziona.

Chi è abituato a lavorare con attenzione (vedi l’Amica Maria) lo fa a prescindere ed anzi, lei da casa lavora meglio, tanto è vero che quando in primavera lavorava da casa io non ho trovato nessuna differenza rispetto a quando lo faceva dall’ufficio. Efficiente prima, efficiente dopo.

A proposito si smart working:

Ecco iol cliente che deve pagare ad avviso merce pronta, ma in 15 giorni non ha risposto a 2 email ed 1 fax. Si è svegliato solo dopo la Pec, scusandosi, perchè “sa, lo smart working… ecc.” 

Paga, per cui mando l’avviso di merce pronta al quale ha risposto nel giro di 5 minuti. Lo smart working quindi lo ostacola solo quando deve pagare. 😉

Torniamo all’argomento del post.

Scrive un’amica un po’ istintiva:  vabbè non essere così rigido… te non sbagli mai sul lavoro? sai come diceva sempre mia nonna? “chi fa sbaglia, chi non fa non sbaglia”.

Qui non si tratta di essere pazienti che “errare è umano, ma perseverare è diabolico” .

Decine di richieste ed offerte ogni giorno, l’80% delle quali imprecise, con dati mancanti ecc. devo lavorare il doppio per correre dietro a gente che lavora come capita e sono sempre quelli, cui fai notare sempre gli stessi errori che sistematicamente ripetono la volta successiva.

Senza dimenticare che poi sono questi ultimi a sollecitarti se non sei più che veloce a rispondere, dimenticando che è a causa del loro lavoro fatto male che io vengo rallentato nel mio.

L’amica capisce di essere stata precipitosa e corregge il tiro:  verissimo, ma anche per me è così, credo che sia un problema comune… l’80% delle persone lavora male, ma cosa possiamo farci noi?

Di certo non cambiano perché glielo diciamo noi. Io seguo oltre 200 medici di medicina generale e 180 specialisti. Gli mandi le e-mail con scritto cosa devono fare su una cosa e se la metà ti telefona perchè non hanno capito, gli altri si dividono tra chi non lo fa per niente e devi chiamare tre o quattro volte, chi lo fa male e chi, fortunatamente lo fa bene…

Io perdo la metà del tempo del mio lavoro a ridire e rifare le stesse cose per colpa di chi non le fa bene… ma non c’è soluzione purtroppo.

Se diamo per scontato che non c’è soluzione, allora non possiamo lamentarci di come le cose non funzionino mai a dovere nel sistema-italia.

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