di Fabiano Massimi
Longanesi – Pagg. 493 – € 2,99 (In offerta su Kobo)
Trama: Monaco, settembre 1931. Il commissario Sigfried Sauer è chiamato con urgenza in un appartamento signorile di Prinzregentenplatz, dove la ventiduenne Angela Raubal, detta Geli, è stata ritrovata senza vita nella sua stanza chiusa a chiave. Accanto al suo corpo esanime c’è una rivoltella: tutto fa pensare che si tratti di un suicidio.
Geli, però, non è una ragazza qualunque, e l’appartamento in cui viveva ed è morta, così come la rivoltella che ha sparato il colpo fatale, non appartengono a un uomo qualunque: il suo tutore legale è «zio Alf», noto al resto della Germania come Adolf Hitler, il politico più chiacchierato del momento, in parte anche proprio per quello strano rapporto con la nipote, fonte di indignazione e scandalo sia tra le file dei suoi nemici, sia tra i collaboratori più stretti.
Sempre insieme, sempre beati e sorridenti in un’intimità a tratti adolescenziale, le dicerie sul loro conto erano persino aumentate dopo che la bella nipote si era trasferita nell’appartamento del tutore.
Sauer si trova da subito a indagare, stretto tra chi gli ordina di chiudere l’istruttoria entro poche ore e chi invece gli intima di andare a fondo del caso e scoprire la verità, qualsiasi essa sia. Hitler, accorso da Norimberga appena saputa la notizia, conferma di avere un alibi inattaccabile. Anche le deposizioni dei membri della servitù sono tutte perfettamente concordi. Eppure è proprio questa apparente incontrovertibilità dei fatti a far dubitare Sauer, il quale decide di approfondire.
Le verità che scoprirà, così oscure da far vacillare ogni sua certezza professionale e personale, lo spingeranno a decisioni dal cui esito potrebbe dipendere il futuro stesso della democrazia in Germania…
Sullo sfondo di una Repubblica di Weimar moribonda, in cui si avvertono tutti i presagi della tragedia nazista, L’angelo di Monaco è un thriller in miracoloso equilibrio tra inoppugnabile realtà storica e avvincente finzione, un viaggio all’inseguimento di uno scampolo di verità in grado, forse, di restituire dignità alla prima, vera vittima della propaganda nazista: la giovane e innocente Geli Raubal.
Letto da: Paolo
Opinione personale: Un giallo che si fonda su basi storiche certe, per forza di cose romanzate, visto che la vicenda reale è piena di ombre e nessuna verità assoluta è mai emersa; ho letto in rete una recensione molto critica verso alcune libertà prese dall’autore, ma secondo me non essendo una ricostruzione storica degli avvenimenti, ma un romanzo, è lecito che ci siano parti inventate purchè inseribili nel contesto.
Se sapessimo la verità dei fatti, allora potremmo valutare quanto queste invenzioni letterarie abbiano influito e, nel caso, criticarle, ma visto che anche la vicenda reale è misteriosa, a parer mio va bene così.
Il libro mi è piaciuto e sono stato spiazzato completamente da un colpo di scena nel finale che, però, non mi ha convinto appieno, anche se la doppiezza di molti personaggi, sia nel romazo, sia nella realtà storica, può benissimo giustificarela situazione specifica della quale ovviamente non scrivo, per non rovinare la lettura.
Personalmente dubito che Geli si sia suicidata, ma a meno di avere a disposizione una macchina del tempo che ci faccia ritornare a Monaco nel settembre del 1931, non avrò mai la conferma del mio sentire.
Avrei gradito un epilogo che raccontasse brevemente il percorso successivo dei personaggi principali, tuttavia ho apprezzato le note storiche che ritengo indispensabili in gialli che si basano su fatti reali.
Nella mia classifica personale gli ho assegnato un Buono (4 stelle su Kobo).