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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

Un libro: Vacanza ad Arbatax

di Giuliana Carta

AmicoLibro – Pagg. 181 – € 0,99 (Ebook)

Trama: Mirko Relli, un trentenne di Carbonia, viene ritrovato morto in una piscina di un resort di Arbatax, in Sardegna. Per caso si trovano lì in vacanza le inseparabili amiche Stella e Margherita con le loro famiglie.

Se sarà Margherita a ritrovare il cadavere, le indagini saranno condotte dalla brillante psichiatra Stella Ferranti come sempre coadiuvata dal giovane e scaltro investigatore privato Riccardo Conte.

Vent’anni prima, una strage coinvolse la famiglia Dell’Acqua a Carbonia e subito emerge un collegamento fra i due crimini.

Quale legame c’è fra questi omicidi avvenuti così lontani nel tempo? Cosa aveva scoperto Mirko Relli di tanto grave da dover essere ucciso?

In “Vacanze ad Arbatax”, Giuliana Carta disegna un giallo appassionante, senza la pesantezza scontata del noir. Invece accompagna le indagini a dialoghi brillanti, e una trama complicata a una scrittura leggera e piacevole, a un nugolo di personaggi vividi e ben caratterizzati

Apro una parentesi. Non ho nessun interesse ad esaltare o stroncare un autore ovvero io racconto quello che ho percepito leggendo il libro.

Lascio ai professionisti l’onere di scrivere delle recensioni, infatti questa è un’Opinione personale che come tutte le opinioni è soggettiva, ragion per cui quello che piace a me potrebbe non piacere ad altri e viceversa.

Una volta un autore, piccato per un’opinione molto negativa, mi scrisse che secondo lui non era corretto stroncare un prodotto perchè non si dimostra rispetto nè verso chi vi ha lavorato nè verso chi lo ha apprezzato.

Io rispetto il lavoro di chiunque, ma ritengo di poter dire la mia in totale libertà; scorrettezza sarebbe scriverne negativamente senza motivare il tutto.

Così come un prodotto (sia un libro o qualsiasi altra cosa) può non piacere a tutti (e viceversa), è altrettanto lecito che la mia opinione possa essere condivisibile o meno, ma rispettata in quanto tale.

Con il metro di giudizio di questo autore la critica negativa sarebbe bandita a prescindere, visto che dietro ad ogni prodotto vi è il lavoro di qualcuno.

In ogni caso, a differenza di certi, io i libri me li pago e quindi pur rispettando l’autore, mi ritengo libero di dire la mia. Chiudo la parentesi.

Opinione personale: La sinossi dica quello che vuole, ma a parer mio è uno dei peggiori libri letti negli ultimi mesi e se la trama è complicata il giusto, per il resto non mi ritrovo assolutamente. I dettagli sono importanti, tuttavia ogni tanto sarebbe meglio sintetizzare e quindi ogni situazione viene appesantita da tante parole inutili, dettagli su dettagli e dialoghi affatto brillanti, anzi a tratti li ho trovati scritti male.

Nella mia classifica personale gli ho dato Pessimo e 1* su Kobo.

Ho trovato refusi ed errori, di cui parlerò in seguito, ma come diceva l’addetta ai lavori Stefania in merito all’editore AmicoLibro: “La grafica e anche il carattere del libro dicono già tutto. Ma sul loro sito leggo: “offriamo a prezzi concorrenziali pacchetti completi per la pubblicazione o la autopubblicazione del tuo libro. Pubblicato a pagamento, intendo. No comment. “

Anche se in chiusura l’Autrice ringrazia i suoi Editori per l’aiuto, ecc., in realtà i refusi evidenti e gli errori denotano una scarsissima cura del manoscritto prima della pubblicazione; vien da pensare che come è arrivato, sia stato stampato.

E’ anche vero che mi è capitato un autore che affermava “molto spesso capita di leggere tra le righe dei romanzi, inesattezze o errori veri e propri e spesso capita proprio in quei libri scritti dai big, dai mostri sacri della narrativa, ma sinceramente a me non danno così noia.”

Come spiegavo all’Autore: “a me , come lettore, gli errori danno fastidio, tanto più se grossolani. E li ho sempre segnalati a prescindere dall’importanza dell’autore che in certi casi ritengo responsabile fino ad un certo punto, tanto più se esordiente.

Non ho esperienza diretta, ma penso che in casa editrice ci siano figure preposte a leggere le bozze ed a suggerire aventuali modifiche strutturali e/o cambiamenti. E’ ovvio che non si può sapere tutto, ma trovo debole l’attribuire ad un non ho fatto il militare l’errore nello specifico.

Quando scrivo qualcosa, che sia un post per il Blog oppure altre cose, mi informo il più possibile, nel rispetto di chi, per scelta sua (anche se gratis), mi legge ed è giusto che trovi la massima attendibilità nelle mie parole. Poi, beninteso, ognuno lavora e/o agisce come meglio crede.”

Comincio con lo scoprire che in ufficio si timbra il budge

Fa notare ancora Stefania: Mai visto timbrare il badge, tra l’altro. Se mai lo strisci. Dire cartellino era complicato?

Dapprima c’era chi avesse ipotizzato che l’Autrice fosse convinta che si scriva con la U invece che con la A, tuttavia successivamente l’ho trovato scritto correttamente (badge) per cui il primo è un refuso, che però salta all’occhio e quindi decisamente deprecabile.

Ed ecco che il badge è scritto correttamente e viene pure strisciato, tuttavia se lo striscia che ci azzecca la timbratura?

Andiamo oltre. Nell’albergo arrivano in 2 coppie, ognuna con 2 bambini. Immagino che i bagagli siano parecchi, possiamo ipotizzare almeno 2/3 valigie/borsoni per ogni nucleo familiare?

Leggo che all’arrivo salgono su un’auto ad 8 posti (Auto? Forse un furgone cabinato?) ed i bagagli vengono caricati sul cofano? Sul cofano? Quindi i bagagli di 8 persone sono stati messi sul cofano e quindi davanti al posto di guida. Ma che cofano ha quest’auto? Oppure li hanno caricati nel baule?

Leggo poi del triplice omicidio-suicidio alla base della storia e scopro che sulla scena sono intervenuti anche i NAS (Nuclei Anti Sofisticazione). Alle vittime hanno sparato, mica sono morti per Salmonellosi….

Riesco solo ad immagina che i NAS siano stati confusi con i RIS (Reparto Investigazioni Scientifiche) e quindi si va ben oltre l’errore, siamo ala sciatteria letteraria…

Infine una nota marginale ovvero nell’albergo dove vado abitualmente in vacanza c’è un cartello che avvisa di non dare il pane alle anatre perchè gli fa male ed invece in questo albergo ecco la cassa con il pane raffermo da gettare alle anatre. A parer mio il rispetto verso gli animali e l’ecosistema in genere passa anche dalle informazioni che scriviamo in un libro, che devono essere corrette.

Informazione

Questa voce è stata pubblicata il 1 aprile 2022 da in L'angolo dei libri - le nostre recensioni con tag , , , .
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