Pollo al cloro: continua la guerra tra USA ed Europa

Un articolo a cura di Francesco

Si complica la vicenda del pollo al cloro e si inasprisce lo scontro tra UE e USA. Cosa è successo nelle ultime settimane? Gli Stati Uniti hanno chiesto all’Organizzazione mondiale per il commercio (WTO) di intervenire con un apposito panel per dirimere la questione e rimuovere il divieto alla
importazione di carne di pollame trattata con antimicrobici, pratica questa che gli impianti americani attuano per garantire i necessari requisiti di igiene e di salubrità.

Secondo Washington la legislazione europea da 12 anni blocca le importazioni di pollame, sulla base di ingiustificate barriere sanitarie, le quali non ammettono il trattamento del pollame con quattro prodotti che, invece, sono regolarmente autorizzati negli USA, essendo stati approvati dalla Food and Drug Administration (FDA).

Al contrario, le norme europee in materia di sicurezza alimentare si basano sul principio che la salubrità deve essere garantita dall’applicazione di adeguati standard igienici da rispettare lungo l’intero processo produttivo e non attraverso l’uso di procedimenti chimici sul prodotto finale.

Gli Stati Uniti hanno chiesto all¹UE di approvare ufficialmente l’impiego delle quattro sostanze, ma nel 2008 la richiesta è stata respinta. A questo punto, gli Stati Uniti hanno invocato l’intervento dell’arbitro e cioè il WTO.

La contrapposizione che volgarmente è stata battezzata del pollo al cloro è assai sentita tra le due sponde dell’Atlantico. Gli americani lamentano una riduzione delle loro esportazioni verso lEuropa di circa 200 milioni di euro all’anno. Gli europei sono fedeli alla loro concezione rigorosa di politica della qualità e della sicurezza alimentare.

C’è però un problema che l¹Unione europea deve affrontare. L’Autorità per la sicurezza alimentare (EFSA) ha stabilito che i trattamenti antimicrobici non comportano conseguenze negative in termini di rischio e di salute.

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