Ieri i TG hanno diffuso, con più o meno enfasi a seconda della vicinanza al Governo, la notizia della ripresa della produzione industriale che vola, addirittura…
Bè io questa ripresa non la vedo, anzi è vero il contrario, con un nuovo stop al pochissimo lavoro che girava tra fine aprile e maggio.
E ci si ritrova nuovamente a convivere con la Cassa Integrazione, con il telefono muto, mail e fax a zero.
Anche aziende che lamentavano un pesante calo degli ordinativi, ma non così forte come è successo a noi, ora mi dicono che sono quasi a zero ore; sfruttano le ferie arretrate e via dicendo.
Dapprima aspettavamo l’inizio dell’anno, poi che passassero le Regionali, poi l’estate, ora già si sentono voci che invitano ad attendere la ripresa del lavoro post-vacanziero, a settembre…
(Febbraio 2016 ovvero leggi anche: Ripresa si o ripresa no? #Renzi è ottimista, ma visto da qua…)
Resta il problema di un’informazione che tale non è.
Capisco bene che le statistiche debbano essere elaborate e magari si annunci oggi quello che è successo l’altroieri, tuttavia vorrei tanto che ogni tanto l’informazione raccontasse la vita vera ovvero che qualcuno affrontasse le problematiche che si incontrano in un’azienda di produzione (e non solo, ovvio).
Oggigiorno meglio dedicare 5 minuti di TG alla vincitrice dell’ultimo reality oppure ad assurdi servizi spesso pure taroccati, ma l’Informazione, quella vera, dov’è finita?
Anche le trasmissioni di approfondimento, oggigiorno, ripropongono sempre gli stessi servizi, affrontati con diversi punti di vista, con plastici più o meno grandi, con le solite urla che rendono incomprensibile quel poco di informazione.
Se si esclude Report i cui servizi nascono da indagini sul campo, dando voce alle persone reali ed alle loro problematiche, il resto è deserto…
Interessante, a questo proposito, leggere una domanda contenuta nell’ormai famosa lettera della Busi a Minzolini: “Dov’è il paese reale? Dov’è l’Italia che abbiamo il dovere di raccontare?”.
Appunto. Dov’è?
Non sono uno spettatore del TG1 e non entro nello specifico della vicenda in essere fra Minzolini e Maria Luisa Busi e le sue espressioni di disappunto o meno.
Secondo me la notizia deve essere comunicata e non interpretata a seconda dell’orientamento politico del direttore o del conduttore. Ma è un’opinione personale…
Però gli stessi che criticano la Busi per il disappunto, dovrebbero poi fare la stessa cosa con certe conduttrici di altre testate (tipo Studio Aperto) che al contrario invadono lo schermo con sorrisi smaglianti, quando di ragioni per sorridere non ce ne sono…a meno di dare notizie rivedute e corrette, secondo le necessità del momento.
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