in sintesi un articolo che leggo su Trashfood
C’è qualcosa che non va nel programma “Frutta nelle scuole – Nutrirsi bene, un insegnamento di frutta” coordinato dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF).
In rete iniziano ad emergere alcuni dubbi da parte di genitori ed insegnanti sulla utilità del progetto, almeno nei modi con cui è stato portato avanti fino ad ora. E arrivano le testimonianze, eccone alcune: dalla frutta ammaccata, alle proposte poco adatte, non dimentichiamo che vengono proposti anche ortaggi a merenda, fino al problema degli imballaggi.
Un’idea ottima, favorire il consumo della frutta a scuola invece di snacks dolci e salati, si è trasformata quindi in un aumento della distribuzione di plastica e imballaggi che accompagnano i prodotti.
Nonostante nelle premesse si sia parlato di privilegiare frutta locale, non sembra che questo sia accaduto. E così succede che i genitori segnalino l’arrivo in Trentino di mele dalla Emilia Romagna.
Probabilmente questo è accaduto poichè come buona parte dei progetti portati avanti a livello europeo, il progetto ha portato ad appalti per chi si è aggiudicato la commessa (il progetto è finanziato solo per la parte italiana con oltre 25 milioni di euro).
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