Una lettera aperta di Roberto La Pira che leggo su Il Fatto Alimentare
(in calce trovi il link per leggere la risposta del Ministero della Salute)
Ogni anno una catena di supermercati italiana di grandi dimensioni ritira dagli scaffali 400/500 prodotti alimentari. I motivi sono i più disparati: data di scadenza poco leggibile, problemi rilevati dall’azienda in fase di produzione, imperfetta chiusura della confezione, diciture errate, presenza di corpi estranei…
Le segnalazioni arrivano dal produttore, ma spesso anche dai dipendenti del punto vendita che, mentre sistemano le confezioni sugli scaffali scoprono involucri troppo fragili, pasta con farfalline, confezioni bombate, buste di prosciutto saldate male, conserve in scatola ammaccate…
Segnalazioni preziose arrivano dai consumatori quando assaggiano o aprono la confezione. I supermercati più scrupolosi dopo 2 reclami relativi allo stesso alimento fanno scattare il ritiro immediato dagli scaffali e avviano i controlli.
L’anno scorso l’Italia ha inviato al sistema di allerta alimentare europeo (Rasff) 553 segnalazioni (su un totale di 3.736) relative a prodotti ritirati dal mercato (importati o esportati in ambito europeo). I problemi più diffusi riguardano la presenza di Salmonelle, seguita dalla Listeria nel salmone affumicato e l’Anisakis nel pesce fresco.
Tutti gli alimenti ritirati dal mercato sono codificati dalle imprese, dai supermercati e dal ministero e quindi diramare un bollettino settimanale per informare i cittadini sarebbe un’operazione abbastanza semplice e a costo zero.
E’ vero che le aziende hanno l’obbligo di segnalare i casi ai consumatori (l’ultimo avviso è della Sperlari che ha ritirato i ciocolatini Granperle per la presenza di corpi estranei), ma poche lo fanno e nessuno controlla.
Anche i supermercati dovrebbero informare i clienti, ma succede raramente. Il sito del ministero pubblica in mod o discreto le notizie, ma solo quando c’è un pericolo grave come nei casi di Botulino.
Perchè il ministero della Salute e le catene di supermercati non diffondono l’elenco dei prodotti ritirati? E’ un gesto di correttezza nei confronti dei cittadini.
In altri Paei Europei molti supermercati pubblicano regolarmente la lista dei prodotti. L’elenco delle insegne si trova nel sito di di Phyllis Entis, una blogger inglese che propone una rassegna stampa quotidiana degli alimenti tolti dagli scaffali.
In Italia l’unico punto vendita che segue questo esempio è il supermercato Gros Cidac di Aosta.
Sarà un caso ma anche la Regione Valle d’Aosta è l’unica che indica nel sito il nome, il marchio, il lotto e il punto vendita dove sono stati venduti gli alimenti ritirati.
Per leggere la risposta del Ministero della Salute clicca QUI
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sabato scorso mi sono recata in un supermercato della catena Despar a San Bonifacio.
Stavo per comperare delle alici con la dicitura “pescato” sul cartellino, l’occhio era bello…quando mi sono accorta che erano infestate di anisakis…ho segnalato la cosa, gravissima a mio parere, sia all’addetta del pesce che ad una dipendente che “sostituiva” il direttore in ferie.
Il pesce non era stato abbattuto. Mi chiedo, tutte le alici vendute prima di me a clienti ignari? Avrebbero dovuto fare un accurato controllo e se il fornitore non lavora come si deve, segnalarlo e non accettarne più partite di pesce.
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Ottimo articolo!