Nel comune dove abito la raccolta differenziata prevede 6 tipologie di rifiuto che ovviamente separiamo senza troppi problemi, a differenza di certi personaggi che ci sono in giro; poi ovviamente ci sono i rifiuti tipo i Raee (elettronici), oppure toner, legno, lampadine ed altro, da conferire direttamente all’Ecocentro.
Solo pochi giorni fa facevo notare alla Signora K come sia difficile ridurre i rifiuti, a causa soprattutto degli imballaggi (inutili) dei prodotti che acquistiamo; sembra infatti che le aziende (quelle alimentari in testa) facciano il possibile per aumentare il volume dei rifiuti, piuttosto che il contrario; tra l’altro, così facendo, aumentano i costi di produzione e trasporto che ovviamente si scaricano sull’acquirente.
Sabato scorso abbiamo acquistato all’Esselunga il decalcificante per la macchina del caffè; sino a pochi mesi fa sullo scaffale era presente il flacone in questa forma:
Ora invece lo stesso è imballato in un’inutile scatola di cartone. A che serve?
Articoli correlati:
Si parla di ridurre gli imballi e poi… – Le confezioni dei medicinali: e la logica dov’è?
presto fatto ,buona parte del prodotto e’ un ‘acido ,categoria della quale fa parte anche il citrico , poi tensioattivi, antischiuma e addensanti ,tutta roba inutile per i ns scopi , all’inizio ero scettico pur essendo esperto chimico .poi ho visto che funziona ….pero’ si puo provare per una volta ! ciao
purtroppo c’è poco da meditare 😉 dato che lo so benissimo che si può fare così, tuttavia la pulizia della macchina del caffè è delegata a mia moglie che in certe situazioni si “fissa” ….
chissà mai che un giorno o l’altro riesca a spingerla verso il decalcificante fai da te 🙂
a proposito di decalcificante per macchina caffe , ho acquistato per euro 8.00 ( otto )
flaconcino di 800 gr di acido citrico, da usarsi con acqua calda in ragione di 200 grammi litro usandolo per decalcificare , risultato ottimo , per quattro volte ho speso euro 8.00 ( otto ) invece di 32,00 meditiamo …..
Pingback: La plastica ritorna: i nostri rifiuti sono rispediti al mittente attraverso la catena alimentare. Il caso del lago di Garda | Paoblog
Pingback: Chiamalo prodotto ad ImpattoZero, se ti va… « Paoblog
Pingback: Ridurre l’imballaggio no? « Paoblog