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Il tempo che ti piace buttare, non è buttato. (J. Lennon)

I segreti della scadenza: succhi, dolci, pasta ed altro ancora…

È di questi giorni la notizia avanzata alla Commissione Europea di valutare se autorizzare la vendita a prezzi stracciati di prodotti non deperibili, anche dopo il termine minimo di conservazione indicato sull’etichetta.

Stiamo parlando di  prodotti che riportano sull’etichetta il termine minimo di conservazione. Questo intervallo viene stabilito da ogni azienda in relazione alla qualità delle materie prime, alla merceologia, al trattamento industriale e al sistema di confezionamento.

In questo determinato periodo il produttore si impegna a garantire il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali e organolettiche.

Va detto che non siamo di fronte a una data di scadenza come pensa la maggior parte delle persone, ma a un’indicazione. Questo significa dire che nel periodo successivo gli alimenti sono ancora commestibili, ma registrano in modo progressivo un lento decadimento nutrizionale e organolettico.

La data ha quindi un valore orientativo e il consumo posticipato di qualche settimana o qualche mese non determina problemi per la salute, anche se vale la pena valutare con attenzione i singoli casi.

I succhi di frutta hanno un intervallo variabile da 6 a 12 mesi, da molti considerata troppo generosa. Conviene consumarli prima visto che dopo 6 mesi le bevande perdono sapore. La stessa cosa vale per l’olio extravergine di oliva e il caffè macinato, di solito l’intervallo è di 12-24 mesi, ma dopo un anno il cibo perde parte dell’aroma, che per questi alimenti ha un’importanza rilevante.

Anche per i biscotti, cracker (6 -8 mesi) qualche settimana di ritardo non comporta problemi, al massimo saranno meno croccanti.

Panettone, pandoro e colomba (4-5 mesi) se vengono consumati con un ritardo di 1-2 settimane possono essere meno morbidi e fragranti, ma non ci sono altri problemi.

La pasta secca e il riso hanno una scadenza variabile da (24-30 mesi), ma non ci sono problemi se vengono cucinati qualche mese dopo.

Pesce e piatti pronti surgelati non creano problemi anche se consumati 1-2 mesi dopo la data visto che vengono sottoposti a cottura. Al massimo si registra una perdita di sapore.

Quando si tratta di gamberetti surgelati crudi e destinati ad essere mangiati crudi ad esempio in un cocktail con salsa rosa,  conviene rispettare il termine minimo di conservazione (il rischio è un’eventuale crescita indesiderata di Listeria) oppure mangiarli cotti, in tal caso non ci sono problemi di ritardo. In ogni caso lo scongelamento deve essere fatto in frigorifero e non a temperatura ambiente.

Cosa fare dopo l’apertura

Quando si apre la scatola di pelati, di tonno, il succo di frutta e sulla confezione compaiono scritte del tipo “dopo l’apertura consumare entro… giorni” oppure “dopo l’apertura conservare in frigorifero” conviene seguire l’indicazione, perchè il decadimento organolettico così come l’incremento della carica microbica può essere molto rapido.

Un discorso a parte merita la presenza di muffe nel vasetto di marmellata aperto o nella bottiglia di passata aperta conservata in frigorifero. La regola dice di buttare via tutto, anche se lo strato di muffa è solo superficiale, perché tracce di muffa possono nascondersi in profondità e non sono visibili ad occhio nudo.

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2 commenti su “I segreti della scadenza: succhi, dolci, pasta ed altro ancora…

  1. paoblog
    31 gennaio 2013
    Avatar di paoblog

    Iniziare il commento con “aiuto” per una cosa così banale mi sembra esagerato, tuttavia manca un’informazione ovvero il cartone è aperto o chiuso?

    Se aperto, è sufficiente leggere le indicazioni che dovrebbero esserci sulla confezione, (ed in genere dopo 2-3 giorni, si butta) se è chiuso, ma parlo a titolo personale, probabilmente può essere consumato, visto che da quanto si evince leggendo l’articolo i succhi hanno scadenze lunghe e sulla distanza più che altro perdono sapore.

    A meno che non si tratti di uno di quei succhi “freschi” che normalmente sono venduti nel banco refrigerato, che io non consumerei.

    Dal mio punto di vista, piuttosto che crearsi dei patemi d’animo, meglio non consumarlo e prestare più attenzione, in futuro, alle scadenze dei prodotti in dispensa/frigorifero.

  2. pietro alessandro
    30 gennaio 2013
    Avatar di pietro alessandro

    aiuto ho un cartone di succo di frutta scaduto da 5 giorni ..cosa fare?

I commenti sono chiusi.