Ogni volta che mi accingo a commentare certe notizie, mi sembra di essere un disco rotto, se non fosse che è realmente difficile capire l’atteggiamento dell’Informazione ufficiale di fronte ad eventuali criticità nel campo della sicurezza alimentare.
(Questo modo di lavorare, poco professionale, spazia in ogni campo dal canone Rai ai Regolamenti sulla pesca oppure sulle auto a Gpl.
Resto dell’idea che un’informazione basata su dati falsi o male interpretati, causi solo Disinformazione,cosa questa della quale possiamo fare a meno.
I lettori abituali del Blog saranno ormai abituati a leggere gli articoli che Roberto La Pira pubblica su Il Fatto Alimentare, con le varie bufale riassunte in un paio di post all’anno.
In questo caso però si va ben oltre, infatti oggi leggo dello spazio dedicato ad un problema che non c’è, tralasciando invece un’allerta alimentare reale e pericolosa. Ecco infatti cosa racconta oggi Roberto La Pira:
Leggere sull’Ansa o su quotidiani on line come repubblica.it o lastampa.it la notizia della procura e dell’Asl di Torino alle prese con l’ennesimo caso di mozzarelle blu è poco comprensibile.
Per rendersi conto del valore che hanno i casi di mozzarella blu nell’ambito della sicurezza alimentare basta dire che l’Europa non prende in considerazione simili vicende e i casi non vengono segnalati come allerta.
Il motivo è semplice, come abbiamo scritto più volte il batterio responsabile della contaminazione ( Pseudomonas fluorescens) non è patogeno e non provoca mal di pancia, anche se una persona ha mangiato il giorno prima una mozzarella dello stesso lotto che durante la notte in frigorifero ha cambiato colore.
In questi casi l’azienda deve ritirare le confezioni dal mercato e il consumatore deve restituirla al supermercato per il rimborso. Si tratta di un incidente di percorso che in un paese moderno si liquida con una multa al produttore e l’invito a rivedere il sistema di Haccp, oltre alla messa a punto di prove di shelf-life appropriate.
Purtroppo molti giornali non capiscono la differenza tra un caso molto “folcloristico” ma del tutto secondario, come quello della mozzarella che cambia colore e un vero allerta.
Mi riferisco alle confezioni di salame affettato Milano prodotto da Fiorucci, ritirato e richiamato in 4 paesi europei tra cui l’Italia una settimana fa, per una contaminazione da Escherichia coli Vtec.
Si tratta di una notizia davvero grave, perché stiamo parlando di un batterio che ha provocato due anni fa oltre 50 morti e quasi 500 ricoveri in Germania. L’altro elemento grave è che Fiorucci non ha ancora avvisato i consumatori come prevede la legge.
La notizia l’abbiamo data solo noi e pochi altri siti attenti. Le agenzie stampa e i grandi quotidiani on line hanno ignorato il problema forse perché il salame Fiorucci contaminato non diventa blu.
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